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Mercoledì, 27 Marzo 2024
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Salvini pronto alla guerra dei dazi. Ma Calenda lo boccia: "Li decide Bruxelles, non lui"

Il leader del Carroccio: "Faro' come Trump, difendero' il made in Italy". Ma il ministro dello Sviluppo lo critica: "Non siamo come gli Usa, a noi convengono mercati aperti"

Matteo Salvini sul commercio vuole fare come Donald Trump. Prima la dichiarazione altisonante: "Se gli italiani mi sceglieranno come premier sono pronto a mettere dei dazi a protezione del made in Italy. Vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all'estero e rivendere in Italia? Allora paghi il 50% di tasse in più". Poi, la rettifica: "L'Europa ha già 52 dazi che proteggono merci europee, andro' a Bruxelles a chiedere di difendere alcune nostre produzioni". In mezzo, l'attacco del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che gli aveva ricordato che a imporre dazi non è il premier di uno Stato membro, ma l'Ue, in quanto il mercato è unico da un po' di lustri. 

I dazi di Salvini

Modalità a parte, resta l'intento de leader del Carroccio di seguire Trump nella nuova stagione di protezionismo, che sembra fare molti proseliti dall'America all'Europa. In un momento, tra l'altro, in cui l'Ue sta chiudendo diversi accordi commerciali, come quello con il Giappone o con i paesi del Mercosur. Accordi che per Salvini mettono a rischio produzioni italiani come quella del tessile e dell'agroalimentare: "Viva il libero mercato, viva il libero scambio, però io difendo il lavoro e la salute degli italiani. Se servono dei dazi, metto dei dazi perché io voglio riso italiano e non riso cambogiano dove usano cemento come fertilizzante". 

La replica di Calenda

Per il ministro Calenda, quella di Salvini è una proposta stravagante e contrproducente: "L'Italia ha un problema diverso rispetto agli Stati Uniti, che hanno 500 miliardi deficit commerciale, noi invece abbiamo 50 miliardi di surplus e conviene che i mercati siano ben aperti in maniera da poter esportare le nostre merci e il made in Italy", ha spiegato. "Altra cosa è la battaglia sull'anti dumping che noi abbiamo condotto strenuamente in Europa, per esempio riuscendo a non far riconoscere lo status di economia di mercato ai cinesi, o la nuova normativa sulla golden power - ha continuato Calenda - Questo è un modo pragmatico di combattere quelli che sono i comportamenti scorretti e riequilibrare la globalizzazione".

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