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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Salvini ancora assente a Bruxelles mentre naufraga la riforma per redistribuire i migranti

Niente da fare per la revisione delle regole di Dublino sui richiedenti asilo, i ministri degli Interni degli Stati europei rinviano tutto a dopo le elezioni

È destinata a rimanere su un binario morto la riforma alle regole sull’accoglienza dei richiedenti asilo e la ripartizione dei migranti tra Paesi dell'Unione europea. Ancora una volta, i ministri degli Interni dei 28 Stati membri non hanno trovato un accordo sulle norme proposte dalla Commissione e votate dall’Eurocamera per superare il trattato di Dublino e trovare un sistema di ricollocamento obbligatorio che non lasci sole le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.  Assente al tavolo negoziale il ministro italiano Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha preferito rimanere in Italia a seguire il dossier sul Tav e mandare il sottosegretario Nicola Molteni a Bruxelles.

“Il governo italiano, così come faceva quello precedente, è presente nel proporre le proprie posizioni e continuiamo a lavorare molto da vicino con loro”, ha dichiarato il commissario per l'Immigrazione Dimitris Avramopoulos, evitando polemiche e aggiungendo che Salvini “mi aveva chiamato per spiegarmi perché non poteva partecipare”. Ma il registro delle presenze mostra che sui sei incontri avvenuti da quando si è insediato il Governo gialloverde il vicepremier ha presenziato a una sola riunione del Consiglio Giustizia e affari interni.

Nella riunione di Bruxelles comunque a poco o nulla sono servite le esortazioni del commissario europeo, che aveva chiesto senso di responsabilità ai Paesi Ue. “Se non adottiamo un sistema di asilo comune europeo, l'Europa nel futuro sarà molto vulnerabile”, aveva detto Avramopoulos. Il commissario greco ha poi sottolineato che la riforma dell’asilo era una delle “questioni pendenti” da risolvere in vista delle elezioni europee. Ma gli Stati membri si sono dimostrati, ancora una volta, divisi e non interessati a raggiungere un compromesso su un tema così scottante, sul quale si giocherà la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo a maggio.

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