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Sabato, 20 Aprile 2024
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La Russia tende la mano all'Ue: "Sblocchiamo il dialogo". Sullo sfondo la diplomazia del vaccino

Alla vigilia della visita a Mosca dell'Alto rappresentante europeo per gli affari esteri Josep Borrell, il portavoce di Putin apre alla distensione dei rapporti con Bruxelles. Mentre dai governi dell'Unione crescono gli inviti all'Ema affinché valuti lo Sputnik V

Prima il "ramoscello d'ulivo" del vaccino, poi l'invito ufficiale a "sbloccare" il dialogo. La Russia di Vladimir Putin sembra voler distendere i rapporti con l'Unione europea dopo anni di tensioni, emerse con forza sulla questione ucraina, e dopo l'uscita di scena di Donald Trump.

Aperti al dialogo

Alla vigilia della visita a Mosca dell'Alto rappresentante Ue per gli affari esteri Josep Borrell, il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato ufficialmente l'intento del Cremlino di aprire una nuova stagione. "I rapporti tra Ue e Russia - ha dichiarato Peskov - sono, infatti, in uno stato congelato, e oltrettuto la Russia non è stata l'iniziatrice di questo congelamento. Naturalmente - ha proseguito il portavoce del Cremlino - vorremmo sbloccare il nostro dialogo, un dialogo dalle numerose sfaccettature, anche al fine di discutere apertamente tutte le divergenze esistenti, che non sono poche". A partire dalla già citata questione ucraina e dalle sanzioni Ue ancora in vigore.  

La diplomazia dello Sputnik

Queste parole arrivano dopo pochi giorni dall'annuncio dei produttori dello Sputnik V, il vaccino anti-Covid sviluppato nei laboratori russi del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja di Mosca, i quali hanno offerto all'Unione europea l’invio di 100 milioni di dosi immunizzanti da consegnare entro il secondo trimestre del 2021. L’annuncio era arrivato tramite Twitter, con un messaggio corredato da un’immagine che affianca la bandiera stellata su sfondo blu dell’Ue al tricolore orizzontale russo con tanto di stemma imperiale che ritrae San Giorgio mentre uccide il drago.

I contatti con l'Ema

L’offerta, come precisa lo stesso tweet, arriva dal RDIF, il Fondo russo per gli investimenti diretti, che sostiene la produzione dello Sputnik V. Le 100 milioni di dosi offerte ai Paesi Ue basterebbero a immunizzare 50 milioni di europei, dal momento che anche il vaccino russo - come quello di Pfizer/BioNTech e Moderna - necessita di due dosi per essere efficace contro il coronavirus. Ma a differenza dei vaccini già in distribuiti in Europa, lo Sputnik V non è stato approvato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Emer Cooke, direttrice dell’Ema, ha confermato i contatti tra gli esperti Ue a cui spetta il compito di convalidare i vaccini che si possono somministrare nell’Unione e i produttori del russo Sputnik V. “Abbiamo avuto interazioni”, ha detto Cooke nel corso di un’audizione in Parlamento europeo, “ma siamo allo stadio dello scientific advice”, ovvero nella parte iniziale della procedura. “Non abbiamo ricevuto richieste né per la rolling review”, la revisione continua dei dati, “né per l'autorizzazione condizionata alla commercializzazione”, necessaria alla consegna delle dosi nell’Ue.

Stando a queste dichiarazioni, sembra dunque molto improbabile che le dosi russe possano essere distribuite negli ospedali e nei centri vaccinazione sparsi per tutta l’Unione a partire da aprile, come proposto da Mosca. Affinché il vaccino venga distribuito agli Stati membri c’è bisogno, inoltre, di un contratto sul modello dei sei accordi già siglati dalla Commissione europea con altrettante case farmaceutiche e ad oggi non risultano trattative in corso tra Bruxelles e Mosca, almeno in via ufficiale. Di certo c'è che sempre più leader europei, sottotraccia, stanno chiedendo all'Ue di valutare il vaccino russo, come quello cinese, visti i ritardi delle dosi di Pfizer, Moderna e AstraZeneca.

I leader Ue possibilisti

Lo Sputnik V è già stato acquistato da una decina di Stati nel mondo, tra cui il Brasile e la Serbia. E nell'Ue, l’Ungheria di Viktor Orban si è mossa da sola approvando il vaccino russo con una procedura d'emergenza e ottenendo già un primo pacchetto di dosi (l'ordine complessivo dovrebbe essere di 2 milioni di dosi). Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel sembra non avere preclusioni nei confronti delle dosi russe e ha già discusso con Vladimir Putin sulla possibile produzione dello Sputnik V in Germania e si è detta disponibile ad aiutare la Federazione con le pratiche per l'approvazione dell'Ema. Anche leader ed esperti di altri Paesi Ue, dalla Francia alla stessa Italia, hanno sottolineato la condizione che l'eventuale ok al vaccino russo passi per l'Ema. 

Al momento, ci sono ancora dubbi sui risultati dei test di laboratorio. La stessa Ungheria ha annunciato che il primo pacchetto di dosi dello Sputnik V sono oggetto di un'analisi dei loro esperti che è preliminare alla somministrazione. Le perplessità internazionali sulla validità del farmaco di Mosca sono state decisamente ridorre da uno studio della prestigiosa rivista scientifica The Lancet, che, sulla base di risultati preliminari, ha comunque dichiarato un'efficacia dello Sputnik nella protezione contro il Covid-19 pari al 91,6%.

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