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Sabato, 20 Aprile 2024
Crisi ucraina / Russia

San Pietroburgo rischia di perdere la finale di Champions League

Il premier britannico Johnson vuole portarla a Wembley: "Non si può organizzare un torneo di calcio in una Russia che invade Stati". Anche diversi eurodeputati chiedono di cambiare città

La crisi tra Russia e Ucraina potrebbe avere ripercussioni anche sul mondo del calcio. La Uefa sta pensando di spostare la finale di Champions League che al momento è prevista a San Pietroburgo il prossimo 28 maggio. Ma dopo il riconoscimento da parte di Vladimir Putin delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, e l'invio di truppe sul loro territorio, le pressioni sull'organismo di governo della competizione sportiva stanno aumentando.

La richiesta è sostenuta tra gli altri dal Regno Unito di Boris Johnson, che è anche interessato a ospitare la partita a Londra, nello stadio di Wembley, e potrebbe sfruttare le buone relazioni con il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, sloveno ma con cittadinanza inglese, per farlo. Non c'è “nessuna possibilità di organizzare tornei di calcio in una Russia che invade i Paesi sovrani”, ha tuonato il premier britannico nel suo intervento ai Comuni.

Anche un gruppo di eurodeputati, su iniziativa della Verde Viola Von Cramon-Taubadel, anno inviato Ceferin a spostare la partita in un'altra città, in una lettera condivisa e firmata dalla capo delegazione del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin. “La Russia dimostri a tutto il mondo che ha a cuore i valori dello sport, della fratellanza, della collaborazione e del rispetto e faccia prevalere le sole armi della diplomazia. Non è mai troppo tardi”, ha dichiarato l'eurodeputata. Fino ad ora la Uefa ha tenuto separate le squadre ucraine e russe nei sorteggi per impedire loro di affrontarsi da quando Mosca ha annesso la penisola ucraina di Crimea e ha sostenuto gli insorti separatisti nell'Ucraina orientale.

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