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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso / Russia

La Russia smentisce di essere in default. E la Borsa di Mosca è in rialzo

Il Cremlino assicura di avere effettuato il pagamento degli interessi ai suoi investitori stranieri. E professa tranquillità. Ma i problemi potrebbero riguarda il futuro

La Russia non è in default. Almeno stando al Cremino, che attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov ha assicurato che Mosca ha effettuato i pagamenti delle obbligazioni in scadenza a maggio. Semmai, è la versione di Peskov, sono stati gli intermediari che, per via delle sanzioni occidentali, non sono riusciti a trasmettere agli investitori i versamenti russi. Ma questo "non è un nostro problema", ha commentato il portavoce di Vladimir Putin.

La Russia, dunque, professa tranquillità. E in effetti, nell'immediato, i fatti sembrano dargli ragione. La Borsa di Mosca procede in rialzo con il Moex che sale dello 0,66% e il rublo è il lieve rialzo sul dollaro. La notizia che il Paese non sia in grado di saldare i suoi debiti come successo nel 1998, per il momento, non sta spaventando i mercati. Del resto, sottolinea il Financial Times, la dipendenza del debito pubblico russo dall'estero non è così preoccupante come quello di altre economia avanzate: 40 miliardi di dollari di obbligazioni estere sono "una pila di debiti relativamente modesta per un'economia delle dimensioni della Russia", scrive il quotidiano di Londra. 

Inoltre, perché scatti tecnicamente un default, occorre che almeno il 25% dei detentori delle due obbligazioni al centro della vicenda "accelerino" le procedure di rimborso sui saldi non pagati nei termini previsti. Questo "attiverebbe clausole che consentirebbero l'accelerazione del resto del debito estero della Russia". Ma secondo il Financial Times, "alcuni detentori potrebbero preferire aspettare, dato che è probabile che le sanzioni complichino anche qualsiasi tentativo di perseguire le loro pretese contro la Russia con azioni legali". "Non sono sicuro di cosa guadagnino gli obbligazionisti accelerando e tentando di avviare una controversia", ha affermato un gestore di hedge fund che detiene il debito russo. "Potrebbe avere più senso aspettare", è il suo consiglio.

Secondo quanto riportano gli stessi investori, alla mezzanotte del 26 giugno, data ultima per il saldo di 100 milioni di dollari di interessi su due obbligazioni, non solo non sono arrivati i pagamenti, ma la Russia non avrebbe indicato "alcun tentativo di cercare una nuova via di pagamento dell'ultimo minuto". Anzi, la scorsa settimana il presidente Putin ha firmato un decreto he stabilisce un nuovo meccanismo per effettuare i prossimi pagamenti del debito in rubli.

Si tratta, da parte del Cremlino, di una chiara sfida alla tenaglia imposta dalle sanzioni occidentali, che mirano a disinnescare la potenza di fuoco dei circa 300 miliardi di dollari che la Russia detiene con le sue riserve auree e valutarie. Le misure di Usa e Ue stanno impedendo a Mosca di utilizzarle, cosa che Peskov ha definito illegale, accusando l'Occidente di voler portare il Paese a un default "artificiale".

Tale eventualità, concordano tutti gli esperti, avrebbe per il momento più un valore simbolico: proprio per le sanzioni, oggi la Russia non può contrarre prestiti internazionali e tra l'altro non ne ha bisogno grazie alle grandi entrate che provengono dall'esportazione di petrolio e gas. Semmai il problema sarà in futuro: un'insolvenza potrebbe infatti rendere più difficile per Mosca tornare sui mercati obbligazionari per finanziarsi e far fronte alle enormi spese sostenute nel quadro dell'invasione in Ucraina. 

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