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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso / Russia

Mosca vuole 700 miliardi dalla Polonia come compensazione per gli investimenti sovietici

Per il presidente della Duma è il momento che Varsavia paghi per tutte le "azioni ostili" contro la nazione che l'ha liberata dalla Germania nazista: "Esistono solo grazie a noi"

La Russia pretende quasi 700 miliardi di euro dalla Polonia, come compensazione per gli investimenti fatti dall'allora Unione sovietica nel Paese dopo la Seconda Guerra mondiale. Lo ha chiesto il presidente della DUma, la Camera bassa del Parlamento di Mosca, Vyacheslav Volodin, secondo cui Varsavia "deve essere punita per aver tradito la memoria storica della sua liberazione dalla Germania nazista da parte dell'Unione Sovietica, commettendo una serie di atti ostili verso Mosca".

Il duro attacco di Volodin è arrivato dopo un crescendo di tensioni nate sin dal primo momento dell’invasione russa in Ucraina. Varsavia si è da subito schierata al fianco di Kiev rivelandosi uno dei principali alleati del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky – già nel marzo del 2022 il Paese aveva ordinato l’espulsione di 45 diplomatici russi accusati di lavorare per l’intelligence di Mosca.

Aprendo un filo diretto con la capitale ucraina fatto di armi, aiuti umanitari, accoglienza e solidarietà, la Polonia ha "tradito la memoria storica legata alla sua liberazione dalla Germania nazista per mano dell’esercito sovietico", ha detto il presidente del parlamento russo. Per questo motivo il Paese – che per Volodin "esiste solamente grazie alla Russia" – dovrebbe pagare a Mosca almeno 750 miliardi di dollari in segno di riconoscenza. Il capo della Duma si è spinto oltre, chiedendo alla Polonia di "restituire" i territori "ricevuti" dopo la Seconda guerra mondiale.

Come riportato da Reuters, al discorso di Volodin dinanzi alla camera bassa seguirà lo studio di un primo piano per impedire ai camion polacchi di attraversare il confine con la Russia. Questa mossa, secondo i legislatori russi, comporterà un pesante danno finanziario per le casse di Varsavia nonché un’ingente perdita di posti di lavoro. 

La risposta polacca non si è fatta attendere. Il primo ministro, Mateusz Morawiecki, ha liquidato il tutto come "propaganda" sottolineando come il duro attacco del vertice della Duma rientri nella strategia russa di "rivoltare i fatti per ingannare i nostri occhi". "La Russia ha già causato enormi danni all'Ucraina, così come l'Unione Sovietica è stata responsabile di gran parte della distruzione polacca", ha concluso il premier.  

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