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Sabato, 20 Aprile 2024
La guerra / Ucraina

Sindaco di Mariupol: "Russi deportano i nostri cittadini in Siberia"

La parole di Vadym Boichenko, nel giorno in cui si sarebbe dovuta evacuare la città prima della capitolazione a Mosca. Mentre Kiev denuncia nuovi attacchi all'acciaieria di Azovstal

A Mariupol, il porto strategico nell'Ucraina sudorientale in gran parte distrutto da settimane di bombardamenti, l'evacuazione dei cittadini da parte delle autorità ucraine, prevista per sabato mattina, sarebbe stata impedita dall'esercito russo. Al contrario, accusa il sindaco Vadym Boichenko, le truppe del Cremlino starebbero deportando centinaia di civili in Siberia. Mentre da Kiev arriva la notizia che sarebbero ripresi gli attacchi russi all'acciaieria di Azovstal, dove sono trincerati i combattenti ucraini insieme anche ad anziani, donne e bambini, come si vede in un video pubblicato in queste ore. 

Mosca aveva assicurato giovedì di aver "liberato" Mariupol e il presidente Vladimir Putin aveva ordinato di assediare Azovstal, senza però bombardare il complesso metallurgico. Secondo Boichenko, però, la realtà è diversa: "Mariupol resta ucraina. I russi non sono riusciti a conquistarla. Non si è sottomessa all'esercito nemico che ci ha attaccati il 24 febbraio. Sono 59 giorni che è in mano dei suoi difensori, i nostri ragazzi coraggiosi che difendono la nostra città, la nostra nazione, il nostro futuro. Sono dei veri eroi. Ne siamo fieri", ha detto all'Adnkronos.

"Stanno deportando i nostri cittadini in Siberia - ha proseguito - Putin ha necessità di ripopolare quel territorio dove i russi non vogliono andare per risolvere una serie di problemi. Agiscono attraverso i campi di filtraggio, 4 in tutto a Mariupol, da cui per fuggire dalla città è necessario passare. Tentano di convincere chi è in età lavorativa a trasferirsi in Russia o altrimenti intervengono deportandoli in maniera forzata, senza possibilità di scelta. Non c'è differenza tra la Federazione russa di oggi e quella fascista della seconda guerra mondiale".

"A Mariupol - prosegue - ventimila persone attendono in fila di essere vivisezionate nei campi di filtraggio prima di essere evacuate. Ma i russi controllano non più di 10-20 persone al giorno. I tempi sono infiniti e le procedure mortificanti, vergognose soprattutto per gli amministratori comunali. Io - chiosa - sono il primo della lista.Qualche giorno fa durante i controlli hanno scoperto che la figlia di un impiegato comunale lavora a Kiev nelle forze dell'ordine. Quindi hanno sequestrato l'altra figlia, una bambina di appena due anni con il pretesto di non farla crescere con i nazisti - racconta - E' in atto attraverso l'uso dei campi di filtraggio una vera e propria deportazione selettiva forzata. Ed a rischio sono centomila cittadini ancora in città oltre a 50mila persone nei centri abitati limitrofi".

"Stiamo raccogliendo tutte le prove dei crimini di guerra di quello che noi oggi chiamiamo genocidio. Abbiamo già formalizzato dei documenti contenenti testimonianze, li abbiamo consegnati alla nostra procura regionale che a sua volta li ha rigirati alla procura generale, responsabile del fascicolo sui crimini commessi in Ucraina dalla Federazione russa. Invieremo questo fascicolo al Tribunale Penale Internazionale dove verranno processati i criminali quali Putin e tutta la dirigenza politico militare della Russia", conclude Boichenko.

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