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Martedì, 19 Marzo 2024
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Rubati all'Ema i dati sul vaccino: "Manipolati e poi pubblicati per far crescere la sfiducia"

Alcuni pirati informatici si sono infiltrati nei computer dell'Agenzia europea per i medicinali appropriandosi di alcune corrispondenze sulle dosi Pfizer-BioNTech

Alcuni hacker si sono introdotti nei computer dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) e hanno rubato dei documenti sui vaccini per renderli pubblici dopo averli manipolati allo scopo di far aumentare la sfiducia nei confronti dei vaccini. Lo ha reso noto la stessa agenzia dopo la pubblicazione di alcune notizie secondo cui dalla corrispondenza hackerata emergerebbe una pressione esercitata dalla Commissione europea sull'Agenzia per velocizzare i tempi di approvazione dei vaccini contro il Covid. Tra i documenti trapelati e pubblicati online "vi è la corrispondenza e-mail interna e riservata risalente a novembre, relativa ai processi di valutazione per i vaccini Covid-19.

Parte della corrispondenza è stata manipolata dagli autori prima della pubblicazione in un modo che potesse minare la fiducia nei vaccini", scrive l'Ema in una nota. "Due autorizzazioni all'immissione in commercio dell'Ue per i vaccini Covid-19 sono state concesse alla fine di dicembre/inizio gennaio a seguito di una valutazione scientifica indipendente", spiega l'agenzia, secondo cui "a causa dell'alto tasso di contagio nell'Ue, vi è un'urgente necessità per la salute pubblica di mettere a disposizione dei cittadini dell'Ue i vaccini il prima possibile”. Nonostante questa urgenza però, continua l'Ema “c'è sempre stato consenso in tutta l'Ue a non compromettere gli standard di alta qualità e a basare qualsiasi raccomandazione sulla forza delle prove scientifiche sulla sicurezza, qualità ed efficacia di un vaccino e nient'altro".

Le autorizzazioni, ha aggiunto l'agenzia, “vengono concesse quando le prove dimostrano in modo convincente che i benefici della vaccinazione sono maggiori dei rischi del vaccino. I dettagli completi delle valutazioni scientifiche sono disponibili pubblicamente nelle relazioni pubbliche di valutazione europee sul sito web dell'Ema".

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