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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Polizia chiude un locale vegano che si rifiuta di chiedere il Green pass: proteste e scontri in Olanda

Un ristorante di Utrecht è diventato il simbolo della resistenza di chi si oppone al passaporto vaccinale: raccolti in suo sostegno oltre 224mila euro

Un locale olandese che si è rifiutato di chiedere il Green Pass ai suoi clienti è divenato un caso nazionale e il simbolo di quanti si oppongono al passaporto vaccinale nella nazione. Si tratta del ristorante vegano Waku Waku di Utrecht, chiuso in seguito al rifiuto e davanti al quale sono state organizzate manifestazioni per diversi giorni, alcune delle quali terminate con scontri con la polizia e decine di arresti.

La chiusura del locale

Nei Paesi Bassi, dal 25 settembre è obbligatorio essere in possesso del 'CoronaCheck' per potersi sedere all’interno di bar e ristoranti. La certificazione non è necessaria per i tavoli all’esterno, ma, ai clienti sprovvisti del documento viene negato l’accesso alle toilette del locale. I proprietari del Waku Waku affermano che l'introduzione della nuova misura è discriminatoria e contravviene alla costituzione. Inoltre accusano il governo di usare due pesi e due misure perché supermercati e grandi magazzini, che attirano anche grandi gruppi di persone, non devono chiedere un codice Qr ai loro clienti. Per questo hanno fatto ricorso contro la legge, ma il giudice lo ha rigettato e così Il giorno stesso dell'entrata in vigore del provvedimento le autorità olandesi hanno disposto la chiusura del locale. A quel punto è iniziata una campagna di solidarietà nei confronti della struttura che è diventata il centro di una vera e proprioa battaglia. Alla notizia della minaccia di chiusura decine di persone si sono radunate davanti al ristorante allo scopo di bloccare l’ingresso agli agenti che erano venuti per sequestrare le chiavi del locale. Le manifestazioni sono continuate nei giorni seguenti, con decine di sostenitori che hanno iniziato a manifestare davanti al locale, organizzando sit-in e intranciando anche il traffico. A partecipare sono stati inizialmente clienti affezionati del posto, a cui poi si sono uniti, secondo quanto riportano i media locali, no-vax e militanti di estrema destra.

Gli scontri con la polizia

Nella terza serata di proteste, a causa dei fastidi legati alla circolazione e alle attività adiacenti, il Comune ha deciso non permettere più manifestazioni sul marciapiede del ristorante, invitando i contestatori ad esprimere il loro dissenso nella Jaarbeursplein, una piazza poco lontana dal locale. Molti dei partecipanti si sono però rifiutati di spostarsi e a quel punto è intervenuta la polizia. Ma neanche l'intervento delle forze dell'ordine ha convinto il gruppo ad andare via, e così gli agenti hanno iniziato ad arrestare i dimostranti che facevano resistenza, e sono scaturti anche alcuni scontri. Decine di persone sono state  fermate e portate nel centro di detenzione di Houten e alcuni di loro sono stati poi arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.

Il crowdfunding

Il sostegno ai gestori non è arrivato solo dalle piazze ma anche da internet. Una campagna di crowdfunding è stata aperta e in poco tempo sono stati raccolti più di 240mila euro. Le donazioni più piccole ammontano a pochi euro, le più alte a 1.500 euro. Come riporta il giornale olandese AD il denaro è destinato al 100 per cento a mantenere l'attività e a salvaguardare i suoi 30 dipendenti. Il giornale riporta poi che i proprietari si sono detti intenzionati a continuare la loro lotta. Secondo il loro legale il Waku Waku “ha sempre seguito le regole durante la pandemia, ma con l'introduzione del green pass, è stato superato un confine importante per i clienti”.

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