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Giovedì, 25 Aprile 2024
Contrabbando / Spagna

I rifugiati ucraini sfruttati nelle fabbriche clandestine di sigarette

Un'operazione dell'Europol ha smantellato una rete che sfruttava lavoratori in fuga dalla guerra: sequestrati beni per 37,5 milioni di euro

Stipavano rifugiati ucraini in container durante la notte e li costringevano a lavorare per intere giornate per produrre sigarette vendute sul mercato nero. Con queste accuse, la polizia spagnola, in collaborazione con l'Europol, ha sgominato un'organizzazione criminale che aveva messo in piedi un business milionario sfruttando lavoratori in fuga dalla guerra in Ucraina.

Le autorità spagnole hanno scoperto tre fabbriche in diverse zone del Paese (Siviglia, Valencia e Logrono) capaci di produrre 540mila pacchetti di sigarette al giorno, che venivano venduti in tutta la Spagna e all'estero. Il giro d'affari era vertiginoso: la Guardia civil ha comunicato di aver sequestrato sigarette, foglie di tabacco, auto di lusso, gioielli e contanti per un valore complessivo di 37,5 milioni di euro.

Ad abbattere i costi di produzione era anche il personale impiegato, composto da rifugiati ucraini che vivevano in condizioni igieniche precarie all'interno di baracche allestite a ridosso delle fabbriche.  La polizia ha detto che l'organizzazione criminale stava anche diversificando la produzione sviluppando grandi piantagioni di marijuana.

Secondo le Nazioni unite, dallo scoppio del conflitto, in Spagna sono arrivati più di 160mila rifugiati ucraini. Nel Paese iberico come in altre parti dell'Europa, sono stati segnalati diversi casi di sfruttamento lavorativo. A novembre, il Parlamento europeo, sulla scorta di informazioni ricevute da diverse ong, ha denunciato l'aumento delle donne fuggite dall'Ucraina e finite nelle reti criminali della prostituzione nell'Ue.

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