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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Rifugiati, da Lega e M5s solo bufale"

Elly Schlein, eurodeputata di Possibile, sulle accuse mosse da Carroccio e 5 Stelle dopo l'ok del Parlamento Ue alla riforma del regolamento di Dublino sui richiedenti Asilo: "Abbiamo tolto il principio del paese di primo ingresso che penalizzava l'Italia e che loro tanto contestano. Evidentemente non sanno di cosa parlano"

E’ da anni uno dei cavalli di battaglia dell’Italia a Bruxelles: il regolamento di Dublino che fissa le norme sulla gestione dei richiedenti Asilo in Europa va cambiato. In particolare, va tolto il principio del paese di primo ingresso, in base al quale i paesi di frontiera dell’Ue come il nostro e la Grecia devono sobbarcarsi la totalità delle procedure. E siccome la burocrazia non è certo rapida, il risultato è che i rifugiati restano per anni li’ dove sono sbarcati. Adesso, il Parlamento europeo ha proposto di abolire questo principio. Ma a votare contro sono stati non solo deputati di paesi Ue da sempre contrari a condividere le responsabilità sui migranti, ma anche due partiti italiani: il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord. Per loro, la riforma del regolamento di Dublino proposta dall’Eurocamera è una “bufala”.

“Le bufale sono quelle che hanno detto leghisti e grillini nei loro comunicati”, attacca Elly Schlein, eurodeputata di Possibile e portavoce su tale dossier del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. “Le loro accuse non mi stupiscono – continua – Del resto, i leghisti non si sono mai fatti vedere nel corso dei negoziati. E anche i grillini da tempo hanno diradato le loro apparizioni. Criticano la riforma perché non l’hanno letta, nella migliore delle ipotesi”.

L’accusa mossa da Lega Nord e M5s è che questa riforma non cambia nulla.

“Un’assurdità, questa riforma è rivoluzionaria perché cancella il criterio del primo paese d’accesso, cosa che significa che, a differenza di quanto successo negli ultimi 20 anni, nessuno Stato Ue potrà rimandare un richiedente Asilo in Italia solo perché è li’ che ha fatto la prima domanda”.

La critica è proprio che le procedure relative alla prima domanda restano a carico del paese di primo ingresso. 

“Ma è chiaro che è nel primo paese che si deve fare la domanda. Ma le lungaggini non sono al momento della richiesta, bensi’ quando si deve entrare nel merito della domanda. E questa seconda fase, molto più laboriosa, non sarà più a carico solo dell’Italia o della Grecia. Quello che proponiamo è un meccanismo automatico e obbligatorio che consentirà une reale ripartizione delle responsabilità tra tutti gli Stati membri. Cosa che finora non c’era. La verità che Lega e 5 Stelle hanno votato allo stesso modo di quei paesi che non vogliono condividere le responsabilità e lasciarle tutte a carico di Italia e Grecia”.

I 5 Stelle lamentano anche che le procedure di ricongiungimento, stando alle norme approvate, saranno più lente.

“Assolutamente falso, è vero semmai il contrario. Tale procedura sarà accelerata. Finora, per far riconoscere il ricongiungimento si aspettavano anche 2 anni e il richiedente restava in Italia. Faccio un esempio: se da noi arriva un minore che ha una zia in Germania, mentre prima rischiava di attendere anche 18 mesi prima che le autorità tedesche autorizzavano il ricongiungimento, adesso verrà immediatamente ricollocato. Altra bufala grillina riguarda le verifiche di sicurezza: i 5Stelle dicono che le nostre norme rallentano le procedure, ma forse non sanno che già ora quando arriva un migrante che chiede Asilo si prendono le impronte e si fanno i controlli incrociati con i database nazionali. Con le nostra riforma, la procedura sarà più veloce, sia nella valutazione della domanda, sia qualora si dovessero presentare dei rischi per la sicurezza”.

Tra i critici c‘è anche la Lega, che punta il dito contro i criteri di inammissibilità, che sarebbero più blandi e comunque sempre a carico del primo paese di ingresso.   

“Altra bugia. Quello che abbiamo fatto noi è semplicemente avere eliminato, rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, quei criteri discrezionali come il paese terzo sicuro, che di fatto avrebbe aperto la porta a rimpatri verso paesi che sicuri non sono”. M5S dice che ci sarebbero delle procedure di inammisibilità a carico del primo paese. Ma le lungaggini burocratiche non c’entrano nulla. L’aspetto centrale è che il merito delle richieste d’asilo sarà valutato in altri Stati membri e non più solo in Italia”.

Andando oltre le polemiche, da un punto di vista pratico, le vostre norme dovranno adesso superare lo scoglio del Consiglio Ue, ossia dei paesi membri. Il gruppo di Visegrad non ne vuole sapere di riformare Dublino e la discussione sul vostro testo è stata rimandata alla primavera prossima. Intanto, gli sbarchi continuano. Che rischi vede?

“Il rischio più grande è che da molti mesi a questa parte tutte le politiche del Consiglio e ultimamente purtroppo anche della Commissione sono volte all’esternalizzazione delle frontiere attraverso accordi criminali con la Libia e altri paesi africani che mirano a bloccare gli arrivi di rifugiati. In sostanza, si scarica il barile all’esterno perché l’Ue non trova un accordo al suo interno. L’Unicef ha di recente segnalato che il 77 per cento dei minori che transitano nel Mediterraneo hanno subito abusi, come accade proprio in Libia. E noi che facciamo: li rispediamo li’ dove hanno subito abusi. Una vergogna”.
 

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