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Venerdì, 1 Dicembre 2023
Il voto / Paesi Bassi

Una rifugiata curda sfida due "italiani": l'Olanda sceglie il dopo Rutte

La liberale anti-immigrazione Yesilgoz, nata in Turchia, potrebbe essere la prima donna premier del Paese. Dovrà vedersela con il "romanista" Timmermans e il democristiano Omtzigt

Mercoledì 22 novembre, dopo dodici anni di regno incontrastato di Mark Rutte, i Paesi Bassi potrebbero avere un nuovo premier. E per la prima volta nella storia olandese, a guidare il governo potrebbe essere una donna, Dilan Yesilgoz, che ha preso le redini del partito liberale Vvd proprio dalle mani di Rutte. Secondo gli ultimi sondaggi, Yesilgoz, un'ex rifugiata nata in Turchia da una famiglia curda e arrivata nei Paesi Bassi quando aveva 8 anni, dovrà vedersela con due "italiani" (per via dei loro anni di studio e lavoro nel nostro Paese): l'ex commissario Ue Frans Timmermans, a capo di una coalizione di centrosinistra e verdi, e il democristiano Pieter Omtzigt, fondatore e leader del neonato Nuovo contratto sociale. 

La corsa è essenzialmente a tre, nonostante il Pvv, il Partito per la libertà di destra guidato da Geert Wilders, li incalzi da vicino nei sondaggi, accreditato del 14% dei consensi. Poco più sopra ci sono Timmermans e Omtzigt, entrambi al 16%, mentre Yesilgoz è data al 18%. Per Wilders il problema è la mancanza di potenziali alleati di peso con cui formare un governo, mentre gli altri tre candidati di punta si siederanno molto probabilmente al tavolo delle trattative una volta arrivati i risultati delle urne. 

Il leader che non vuole fare il premier

A dirla tutta, la corsa per il posto di premier dovrebbe essere ridursi a due: Omtzigt ha infatti annunciato di non voler svolgere un incarico che lo possa portare a stare troppo tempo lontano dalla sua famiglia. "Vedo cosa fa l'Aia (città sede del governo, ndr) ai politici: può consumarti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ho delle responsabilità anche a casa, e questo è importante", ha detto il politico democristiano, padre di quattro figli. Inoltre, ha aggiunto, "penso che sia anche molto utile per il mio impegno politico trovarsi ogni tanto su un campo di calcio, in una chiesa o a scuola". Parole che, secondo i notisti politici olandesi, sono il chiaro segnale che Omtzigt vuole restare fuori dai giochi per la leadership del governo, almeno per ora.

Nato proprio all'Aia nel 1974, Omtzigt si è laureato in Economia nel Regno Unito per poi spostarsi in Italia, dov'era già stato un anno per un Erasmus alla Luiss di Roma alla fine degli anni '90: dal 2000 al 2002 fa il ricercatore presso l'Università dell'Insubria, mentre nel 2003 consegue un dottorato di ricerca all'Istituto universitario europeo di Firenze. Tornato in Olanda, viene eletto al Parlamento tra le file del partito democristiano Cda, dove resterà per vent'anni. La rottura con la Cda arriva nel 2021, quando Omtzig denuncia lo scandalo degli assegni famigliari che lo Stato ha negato, illegalmente, a migliaia di cittadini, soprattutto poveri migranti. La sua battaglia lo porta a scontrarsi con il governo di Rutte, di cui il suo partito fa parte. Ma ne accresce anche la visibilità presso l'elettorato. Da qui, la nascita del Nuovo contratto sociale, un partito sempre di ispirazione cattolica dove trovano spazio idee progressiste (più tasse per i ricchi, più diritti per i lavoratori e aumento del salario minimo), ma anche conservatrici (stretta su immigrazione e aborti). 

L'uomo del Green deal

Il passato di studi in Italia è un tratto biografico che lo avvicina a Timmermans. Come Omtzig, anche l'ex vice presidente della Commissione (nonché il deus ex machina del Green deal) ha trascorso diversi anni nel nostro Paese, frequentando una scuola privata di Roma. Tifoso dei giallorossi e appassionato di Antonello Venditti, Timmermans parla fluentemente l'italiano, oltre a francese, inglese, tedesco e russo (e chiaramente all'olandese). Dimessosi qualche mese fa dalla carica di commissario Ue, è tornato in patria per tirare su un centrosinistra in profonda crisi, e rimettere in carreggiata in patria quelle politiche ambientaliste di cui è stato il principale fautore in Europa. 

Tra i fattori scatenanti della crisi del governo Rutte, infatti, ci sono state anche le forti proteste degli agricoltori olandesi contro il piano di riduzione degli allevamenti intensivi. Le proteste hanno portato alla ribalta il movimento Bbb, che fino alla scorsa primavera guidava i sondaggi con oltre il 20% delle preferenze. Oggi, il Bbb è crollato al 4%, e non sembra più in grado di incidere sul panorama politico. Al contrario la coalizione di centrosinistra ed ecologisti creata da Timmermans ha subito conquistato una fetta importante dell'elettorato. Ma l'ascesa non potrebbe bastare all'ex commissario Ue per ottenere il posto di premier.

La rifugiata anti migranti

Il posto di comando all'Aia, come dicevamo, sembra destinato a Yesilgoz: nata nel 1977 ad Ankara, in Turchia, il padre è un ex sindacalista curdo che era stato costretto a fuggire dal Paese per il suo impegno contro il regime militare e che aveva ottenuto lo status di rifugiato in Olanda. Giunta nei Paesi Bassi quando aveva 8 anni grazie a un ricongiungimento famigliare, oggi fa del contrasto all'immigrazione clandestina uno dei suoi punti di forza, tanto da promuovere una stretta su quegli stessi ricongiungimenti famigliari di cui lei stessa ha beneficiato.

La sua scalata ai vertici della politica si è compiuta all'ombra di Rutte, che nel 2021 la nomina nel governo, prima come responsabile per le politiche climatiche ed energetiche, poi come ministra della Giustizia. Forte di questo incarico, diventa un punto di riferimento dell'ala destra del Vvd e una spina nel fianco per i partiti di maggioranza meno propensi a un pugno duro nei confronti dell'immigrazione. Proprio su questo dossier l'esecutivo, già fiaccato dallo scandalo sugli assegni ai figli delle famiglie povere e dalle proteste degli agricoltori, si sgretola. Rutte si dimette, e Yesilgoz si lancia nella corsa alla sua successione. Le urne diranno se sarà la prima donna a guidare un governo in Olanda.=

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