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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“Maxi-riciclaggio da 2mila miliardi”. Trema il settore bancario: coinvolti tre istituti europei

Dopo lo scandalo Panama Papers, una nuova inchiesta minaccia forti ripercussioni sul sistema creditizio. Le britanniche Hsbc e Standard Chartered riportano perdite in borsa dopo le rivelazioni. Sulla graticola anche la Deutsche Bank

Alcune delle più grandi banche del mondo avrebbero permesso di riciclare un fiume di denaro sporco, somme astronomiche di soldi passate per anni attraverso le più grandi istituzioni bancarie internazionali, che a beneficio dei loro affari non avrebbero fermato questo flusso illecito che avrebbe un valore totale di circa 2mila miliardi di dollari. La denuncia arriva dalla testata americana BuzzFeed News e dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, già al centro delle rivelazioni sullo scandalo Panama Papers, che sono convinti di avere tra le mani documenti che proverebbero questa accusa, denominati FinCEN Files. L'indagine punta l'indice in particolare su cinque grandi istituti finanziari: JPMorgan Chase, Bank of New York Mellon e gli europei HSBC, Standard Chartered e Deutsche Bank.

Le transazioni incriminate avrebbero permesso di immettere la cifra record nel sistema finanziario statunitense nonostante fossero state fatte segnalazione di attività sospette alla FinCen, la polizia finanziaria del dipartimento al tesoro degli Stati Uniti. Tale provvedimento viene preso quando istituti di credito e di attività finanziarie ritengono che un cliente stia utilizzando i loro servizi per una potenziale attività criminale. Ma le segnalazioni, arrivate tra il 1999 e il 2017, non avrebbero sortito alcun effetto e i presunti soldi sporchi sarebbero tornati in circolazione senza tanti intoppi. Questo fa sorgere io sospetto che i vertici bancari avrebbero potuto essere al corrente che i truffatori spostassero denaro tra i conti e sapevano che quei fondi erano stati generati o utilizzati in modo criminale. Anche alcuni oligarchi russi pare abbiano usato le banche per evitare le sanzioni che invece avrebbero dovuto impedir loro di portare i soldi in Occidente.

La fuga di notizie finita sui giornali chiama in causa personalità di alto livello del mondo della politica e della finanza Usa. Tra questi c’è anche Paul Manafort, lo stratega che ha guidato la campagna elettorale presidenziale di Donald Trump del 2016 per diversi mesi. Secondo i giornalisti che stanno portando avanti l’inchiesta, le banche hanno iniziato a segnalare le attività legate a Manafort come sospette a partire dal 2012. Nel 2017 la banca di investimenti JP Morgan ha presentato una relazione sui bonifici per un valore di oltre 300 milioni di dollari che coinvolgeva una società di comodo con sede a Cipro che aveva fatto affari con Manafort. L’avvocato di Manafort per il momento non ha risposto alle richieste di replica.

Ma il grosso dell’inchiesta verte sulle responsabilità degli istituti bancari e punta il dito anche contro alcuni big della finanza europea. Le britanniche Barclays e Hsbc hanno risentito in borsa delle rivelazioni giornalistiche e nella giornata di oggi hanno perso circa il 4% ciascuna del valore delle proprie azioni, mentre i connazionali di Standard Chartered se la sono cavata con un -3%, come riportato dal Guardian.

Hsbc e Standard Chartered figurano tra le cinque banche che appaiono più spesso nei documenti pubblicati. La banca Hsbc afferma che a partire dal 2012 “ha intrapreso un percorso pluriennale per rivedere la sua capacità di combattere la criminalità finanziaria in più di 60 giurisdizioni”. I suoi rappresentanti hanno precisato che alla fine del 2017, il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti "ha stabilito che HSBC ha rispettato tutti i suoi obblighi” e che la banca britannica “è un'istituzione molto più sicura di quanto non fosse nel 2012”.

Sta facendo clamore anche il coinvolgimento della Deutsche Bank, che avrebbe fatto passare indisturbati “miliardi in soldi sporchi”. L’indagine, rivela che i manager dell'istituto sarebbero stati a conoscenza diretta per anni di gravi inadempienze che rendevano la banca vulnerabile alle attività di riciclaggio di denaro. La banca ha già reagito segnalando che le rivelazioni "sono ben note" agli organismi di regolamentazione e sostiene di aver stanziato "risorse significative per rafforzare i propri controlli" e per ottemperare "alle proprie responsabilità e obblighi".

I problemi di Deutsche - riporta BuzzFeed - erano così eclatanti da aver spinto la Bank of America a presentare un avviso riservato direttamente al Governo degli Stati Uniti. Recatisi nella succursale londinese dell’istituto tedesco, i dipendenti della Bank of America avevano provato a discutere delle preoccupazioni su un presunto riciclaggio di denaro russo. Ma prima ancora di riuscire a esporre i fatti, sono stati tacciati da un manager della Deutsche che avrebbe interrotto la loro riunione e chiesto loro di lasciare l’edificio.

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