La revisione del Pnrr preoccupa Bruxelles: "Italia non abbassi ambizioni"
Il governo non è riuscito ancora a sbloccare la terza rata di finanziamenti. L'ipotesi di uno smantellamento del piano di Draghi
Il ministro Raffale Fitto ha smentito che sarà uno "smantellamento", come riportato dalla Stampa. Ma la revisione del Pnrr ci sarà, e si preannuncia già in salita. Perché a Bruxelles c'è il timore che quello che il Paese che doveva essere il simbolo del successo del piano di ripresa lanciato dall'Ue all'indomani della pandemia, potrebbe diventare l'emblema del suo fallimento. Trascinando con sé anche il sogno (inviso agli euroscettici e ai fautori dell'austerity) di rendere permanente il modello del Next generation EU. A partire dal meccanismo dei cosiddetti eurobond.
Tutto ruota intorno ai ritardi dell'Italia nell'attuazione degli interventi. A dispetto della rapidità degli esborsi con cui l'altro grande percettore di fondi Ue per la ripresa, la Spagna, sta portando avanti il proprio piano, il nostro Paese si trova in ritardo sull'ottenimento della terza rata di pagamenti. Prima i dubbi della Commissione sui fondi per gli stadi di Venezia e Firenze, i cui progetti dovrebbero essere stati stralciati dal Pnrr. Poi, quelli sulle concessioni aeroportuali e sulle reti di teleriscaldamento. La rata da 19,5 miliardi doveva essere sbloccata a fine marzo. In seguito, il rinvio al 30 aprile. Adesso, si spera che la tranche possa arrivare entro fine mese. Anche perché a giugno, stando alla roadmap, l'Italia avrebbe dovuto almeno richiedere la quarta rata da 16 miliardi, su cui il governo ha ammesso già ritardi.
L'uomo di Giorgia Meloni in Europa, il ministro Fitto, ha fatto sapere che intende rivede il piano presentato dal precedente governo di Mario Draghi. "È questione di pochi giorni, poi sarà tutto chiaro - ha detto in una intervista alla Stampa. Noi stiamo lavorando e porteremo in Europa fatti, non chiacchiere, per spiegare perché il Pnrr va smantellato e profondamente cambiato anche negli obiettivi. Altrimenti ci facciamo molto, molto male". Fitto ha smentito di aver pronunciato la parola "smantellato", ma il senso della sua missione sul Pnrr è comunque chiaro: rimettere mano agli accordi presi tra Draghi e Commissione europea. Alcuni esponenti della Lega, già nei mesi scorsi, avevano parlato della possibilità di ridurre l'ammontare complessivo degli stanziamenti di Bruxelles. Un Pnrr più piccolo in termini di budget, ma più facile da gestire.
Le trattative sono in corso, ma dalla Commissione europea giungono segnali di preoccupazione: "Qualsiasi revisione" dei Pnrr "non dovrebbe abbassarne l'ambizione complessiva", ha detto la portavoce dell'esecutivo Ue Veerle Nuyts. "Siamo consapevoli che il governo italiano voglia rivedere il Pnrr", ma "non abbiamo ancora ricevuto una richiesta formale di modifica", ha spiegato la portavoce, confermando la disponibilità di Bruxelles a "discutere" la revisione di "traguardi a obiettivi individuali" previsti nel piano "che non sono più realizzabili a causa di circostanze oggettive". Per quanto riguarda la terza rata, invece, "il lavoro sulla nostra valutazione è ancora in corso" e vi sono "scambi costruttivi con le autorità italiane", ha spiegato Nuyts.