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Sabato, 20 Aprile 2024
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Anche in Uk 'restrizioni' ad AstraZeneca: sarà sconsigliato agli under 30

La connessione con le trombosi è ora ritenuta “plausibile”, seppur estremamente rara: i casi sono stati 79, di cui 19 mortali, su 20 milioni di vaccinati. Per i più giovani si è scelto il principio della “massima cautela” visto che sono quelli meno a rischio di finire in ospedale o morire di Covid-19

In quello che viene definito un “cambio di corso” anche il Regno Unito ha deciso di limitare, almeno se possibile, l'uso del vaccino AstraZeneca in maniera precauzionale per evitare il rischio, ritenuto comunque molto basso, di trombosi celebrale. Da oggi le dosi della compagni anglo-svedese verranno somministrate solo alle persone dai 30 anni in su, mentre ai più giovani verranno offerte “preferibilmente” quelle di Pfizer o del recentemente approvato Moderna. Per chi ha avuto la prima dose tutto resta invariato, visto che gli effetti collaterali solitamente si manifestano al massimo nelle due settimane dopo la prima iniezione.

La decisione

Il responso è stato dato in una conferenza stampa dell'Mhra, l'equivalente dell'Aifa britannica, tenuta in contemporanea con quella sullo stesso tema dell'Ema e a cui ha partecipato anche il professor Jonathan Van-Tam, deputy chief medical officer for England, la seconda massima autorità scientifica del governo e il professor Wei Shen Lim, direttore del Joint Committee on Vaccination and Immunization (Jcvi), il comitato consultivo di esperti indipendenti che fornisce consulenza ai dipartimenti sanitari del Regno Unito. Ed è stato proprio quest'ultimo comitato a decidere di consigliare in maniera del tutto precauzionale di evitare “preferibilmente” di dare AstraZeneca ai più giovani. Il professor Lim lo ribadisce più volte, si tratta di una scelta dettata dal principio della “massima cautela” e che non significa che sia stata ancora stato dimostrato un “rischio del vaccino in sé”, ma visto che il collegamento tra il vaccino e la trombolsi celebrale, seppur in rarissimi casi, è ormai ritenuto “plausibile”, il principio è che essendo i giovani a minor rischio di morire o finire in ospedale per il Covid-19 non vale la pena correre nemmeno il minimo rischio che soffrano di trombosi.

I casi sospetti

Per quanto riguarda i casi accertati di questo raro effetto collaterale è stata la direttrice dell'Mhra, June Raine, a fare il punto della situazione (qui tutti i dati ufficiali). La professoressa ha spiegato che oltre 20 millioni di persone hanno ricevuto le dosi AstraZeneca che si sono rivelate efficaci e che, secondo le stime, “hanno già salvato almeno seimila persone dalla morte”. Tra quelli che hanno ricevuto l'iniezione ci sono stati 79 report di trombosi celebrale avvenuta a due settimane dall'iniezione, con in tutto 19 decessi. Dei 79 casi 51 erano donne e 28 uomini, “una percentuale di rischio di quattro persone ogni milione”, ha sottolineato Raine, ribadendo che i benefici continuano ad essere superiore ai rischi.

Benefici superiori al rischio

Lo stesso ha fatto il professor Van-Tam mostrando alcune slide (vedi sotto) in cui si mettono a confronti i rischi di effetti collaterali di un vaccino e i suoi benefici nel prevenire ospedalizzazioni per coronavirus. Il responsabile della risposta della pandemia del governo di Boris Johnson ha anche assicurato che la campagna vaccinale del Regno Unito dovrebbe subire “nessuno o solo trascurabili” rallentamenti dopo questo cambio di corso, grazie alla recente approvazione delle dosi Moderna che cominceranno ad essere iniettate a breve. Al momento Londra ha acquistato 17 milioni di dosi di Moderna, sufficienti per 8,5 milioni di persone, non abbastanza per tutti i minori di 30 anni.

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