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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Anche i britannici che hanno avuto l'AstraZeneca indiano rischiano di non poter viaggiare in Ue

Sarebbero cinque milioni i cittadini dell'isola che hanno ricevuto le dosi di Oxford prodotte nel Paese asiatico e che non hanno ancora ottenuto il via libera dell'Ema. Il loro Green Pass potrebbe non essere quindi ritenuto valido in alcune nazioni

Fino a cinque milioni di britannici rischiano di non poter viaggiare liberamente in Europa anche se sono stati vaccinati contro il coronavirus. Si tratta di coloro che hanno ricevuto le dosi AstraZeneca che sono state prodotte in India, acquistate dal governo di Boris Johnson per evitare rallentamenti nella campagna di immunizzazione quando gli impianti inglesi ed europei non erano in grado di sopperire alle necessità della nazione.

Autorizzazione Ema

Le dosi di Oxford nel gigante asiatico vengono prodotte dal Serum Institute sotto il nome di Covishield, e al momento hanno ottenuto solo l'approvazione di emergenza dall'Organizzazione mondiale della sanità, ma devono ancora essere approvate dall'Ema che ha dato il via libera solo al Vaxzevria, (l'AstraZeneca prodotto in Europa) il Comirnaty di BioNTech-Pfizer, lo Janssen di Johnson & Johnson e Moderna. Di fatto Vaxzevria e Covishield sono praticamente identici, ma nonostante questo la versione indiana deve comunque ottenere l'ok dell'Ema, e la pratica per farlo non è ancora stata inoltrata, anche se all'inizio della settimana il Ceo del Serum Institute, Adar Poonawalla ha affermato di aver "sottoposto la questione ai massimi livelli”, dicendosi fiducioso di poter risolvere presto la faccenda “sia con i regolatori che a livello diplomatico con i Paesi". L'India si è finora affidata in maniera schiacciante alle dosi Covishield, che rappresentano oltre 284 milioni dei circa 323 milioni di iniezioni somministrate finora.

Le dosi indiane in Uk

Milioni di altre dosi del vaccino di AstraZeneca prodotte nella nazione sono state esportate in altri Paesi, incluso il Regno Unito, dove però non sono marchiate come Covishield ma come AstraZeneca. Come spiega il Telegraph però il numero del lotto, che è segnalato anche nel passaporto vaccinale, rivela la provenienza delle iniezioni, e quelle britanniche dei lotti 4120Z001, 4120Z002, 4120Z003, sono state prodotte in India. Questo significa che alcune nazioni europee potrebbero non ritenere il Green Pass di chi le ha ricevute un documento valido per entrare nel Paese senza restrizioni, anche se alcuni Stati potrebbero comunque riconoscere come buono anche il Covishield essendo stato autorizzato dall'Oms. Fonti del ministero degli Esteri indiano hanno garantito alla Bbc che Austria, Germania, Slovenia, Grecia, Irlanda, Spagna ed Estonia hanno confermato a Nova Delhi che accetteranno la versione indiana di AstraZeneca.

Un mondo a due livelli

Il mancato riconoscimento da parte dell'Ue del Covishield è stato definito frutto di una mentalità "coloniale" da più parti, visto che le dosi indiane sono state vendute soprattutto ai Paesi in via di sviluppo. "È scandaloso", ha detto al Telegraph il dottor Ayoade Alakija, copresidente dell'Africa Union Vaccine Delivery Alliance, che si è chiesto: "Come si può escludere la maggior parte della popolazione mondiale dall'Europa in base a dove è stato prodotto il vaccino?". A suo avviso questo rafforzerebbe l'idea che le nazioni più povere stanno ricevendo un vaccino "peggiore". "Quello che il mondo ci sta dicendo con azioni come questa è: abbiamo vaccini superiori che forniscono una protezione migliore, perché essenzialmente le vostre vite e il vostro stato di salute non contano tanto quanto le nostre", e in un mondo diviso tra ricchi e poveri c'è anche "un sistema di vaccini a due livelli per un mondo a due livelli".

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