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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'annuncio / Regno Unito

La Scozia fissa la data per un nuovo referendum sull'indipendenza

Chiesto alla Corte suprema se sarebbe legale anche senza il permesso di Londra, il voto sarebbe comunque non vincolante. Nel 2014 avevano vinto i contrari, ma la Brexit era ancora lontana

La Scozia è pronta a tenere un nuovo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito. La data proposta dalla prima ministra Nicola Sturgeon è il 23 ottobre. La proposta è stata definita dal governo di Edimburgo che ha stabilito che il quesito del referendum sarà lo stesso del 2014: "La Scozia deve essere un Paese indipendente?", ha precisato Sturgeon, parlando di fronte al Parlamento nazionale. Allora a vincere furono i no,  con il 55% dei cittadini contrari e il 45% favorevole, ma la Brexit non era ancora neanche una eventualità. Sarà "un referendum legittimo, costituzionale", ha precisato la premier, ma in base alle regole costituzionali del Regno Unito un referendum di questo tipo va autorizzato da Londra e non può essere convocato autonomamente di una delle quattro nazioni che lo costituiscono (Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord o appunto Scozia).

E questo via libera Boris Johnson, come Theresa May prima di lui, non ha alcuna intenzione di darlo, ribadendo che la consultazione del 2014 fu convocata con l'impegno delle parti a far sì che fosse il voto di "una generazione" e lo scorso anno Johnson aveva definito 40 anni “una distanza temporale giusta”. Ma Sturgeon, premier e leader degli indipendentisti dell'Snp (Scottish National Party), sostiene viceversa di aver il mandato democratico per chiedere un bis, sulla base della maggioranza conquistata nella nazione dal suo partito e del cambiamento di scenario prodotto dalla Brexit, il divorzio dall'Ue, votato a maggioranza nel 2016 dagli elettori inglesi e gallesi, ma solo da una minoranza di scozzesi e nord irlandesi.

Se a livello nazionale i britannici favorevoli all'uscita furono il 51,9%, in Scozia i contrari furono il 62%. Per risolvere la questione Sturgeon ha chiesto alla Corte suprema di decidere se il governo scozzese può indire un referendum sull'indipendenza non vincolante, senza il permesso di Johnson, con una mossa inattesa e che potrebbe avere esiti inaspettati. Il referendum sarebbe non vincolante,ma con una maggioranza chiara per l'indipendenza sarebbe molto pesante per Londra ignorarlo.

Illustrando oggi la sua nuova 'road map' al Parlamento di Holyrood, la first minister ha precisato di volerne illustrare i dettagli in una lettera che si prepara a inviare a Johnson e di essere "pronta e disponibile a negoziare" con lui i i termini dell'atto necessario (in base alla cosiddetta Sezione 30) a conferire all'assemblea elettiva locale i poteri di convocazione d'un secondo voto referendario. "Ciò che non sono disponibile a fare è consentire che la democrazia scozzese sia tenuta prigioniera da Boris Johnson o da qualunque altro primo ministro", ha aggiunto, lasciando intendere, ma non dicendo esplicitamente, che potrebbe violare le regole. "La mia determinazione è di assicurare un processo che permetta al popolo della Scozia di esprimere la propria volontà attraverso un referendum legale e costituzionale da cui sia possibile stabilire democraticamente ed equamente la scelta della maggioranza. E i passi che ho illustrato oggi cercano di ottenere questo", ha concluso.

Contro il referendum si è espresso il leader locale dei conservatori, Douglas Ross, che ha accusato Sturgeon di aver trasformato il Parlamento in una Camera “che non fa niente per le reali priorità dei cittadini, un parlamento che esiste solo per fare gli interessi dell'Snp. Un Parlamento che non fa niente con una premier che trascura le priorità delle persone perché è ossessionata a tutti i costi da un altro referendum”.

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