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Martedì, 16 Aprile 2024
Lo studio

Razzisti in divisa: come l’estremismo sta ‘contagiando’ la polizia di tutta Europa

Uno studio fa luce sui comportamenti discriminatori delle forze dell’ordine, dagli abusi su WhatsApp in Regno Unito al riconoscimento biometrico in Italia ‘tarato’ sul colore della pelle

Estremisti di destra in divisa. Il razzismo tra le file delle forze dell’ordine, più che un cliché, starebbe diventando via via più comune tra i corpi di polizia di tutta Europa. È quanto emerge da un rapporto dell'Institute of Race Relations (Irr), nel quale si afferma, in particolare, che la polizia del Regno Unito ha un crescente problema di estremismo, ma che mette anche in evidenza problemi in tutta Europa: in Francia, l'81% degli agenti della Gendarmerie nationale ha dichiarato che avrebbe votato per l’estrema destra di Marine Le Pen, mentre in Belgio, Germania e Ungheria ex ufficiali di polizia di alto rango sono diventati candidati sindaci e parlamentari di estrema destra. E il problema riguarda anche l’Italia. 

Il latente razzismo tra le forze dell’ordine dello Stivale sarebbe dimostrato dall’utilizzo delle nuove tecnologie di riconoscimento facciale per prendere di mira specifici gruppi etnici. Nel nuovo rapporto viene ricordato il caso del programma A2A Smart City a Como la cui relazione tecnica “utilizza un linguaggio non appropriato per descrivere i gruppi etnici. Ad esempio, si riferisce agli asiatici come ‘gialli’”. Il caso risalente al 2020 aveva già creato forti polemiche, tanto che, su segnalazione dello stesso Irr, il Garante italiano per la privacy aveva ordinato al Comune di Como di sospendere il sistema di riconoscimento biometrico ‘tarato’ sul colore della pelle. 

"Razzismo nella polizia e attacchi a Lgbt+ durante la pandemia", la denuncia del Consiglio d'Europa

Nel Regno Unito, invece, una serie di recenti casi di cronaca che hanno coinvolto la polizia metropolitana hanno ulteriormente danneggiato la reputazione di un corpo dello Stato a lungo accusato di essere “istituzionalmente razzista”. Le segnalazioni includono agenti che condividono immagini su WhatsApp di due sorelle nere assassinate o un altro gruppo di agenti, in una stazione del centro di Londra, che ha scherzato su stupri, uccisioni di bambini neri e violenze domestiche.

"La nostra conclusione che la mentalità disumanizzante e il senso generale di impunità mostrati nei gruppi WhatsApp della polizia sono un sintomo, non una causa, delle tendenze autoritarie nella polizia”, ha dichiarato Liz Fekete, direttrice dell’Irr. “Il razzismo - ha aggiunto - si è radicato nelle attività di polizia” e “si sta organizzando su un'agenda sempre più estremista”.

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