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Giovedì, 25 Aprile 2024
Discriminazioni

"Razzismo nella polizia e attacchi a Lgbt+ durante la pandemia", la denuncia del Consiglio d'Europa

Il persistente problema della xenofobia nelle forze dell’ordine e l'aumento del discorso pubblico anti “ideologia gender” sono state le principali tendenze del 2021

“Ne usciremo migliori”, diceva qualcuno. Solo che le cose non sono andate esattamente così. La pandemia causata dal Covid-19 ha aggravato la vulnerabilità, la discriminazione e la violenza nei confronti dei migranti, delle persone Lgbt+, dei rom e di altri gruppi vulnerabili. Il persistente problema della xenofobia nelle forze di polizia e l'aumento del discorso pubblico anti-Lgbt+ sono state le principali tendenze del 2021, denuncia la Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa (Ecri) nel suo rapporto annuale.

L'isolamento sociale è stata una delle principali misure di protezione contro il Covid-19, ma per molte persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, stare a casa significa spesso subire la violenza causata dall'intolleranza della propria famiglia. I giovani che vivono ancora con i genitori sono stati spesso oggetto di disprezzo e intimidazioni. Il supporto psicosociale faccia a faccia da parte delle Ong è stato limitato. In generale, in diversi Stati si è assistito a una forte retorica politica contro quella che viene vista come "ideologia gender", amplificata dai media e dal discorso pubblico in generale. Questi atteggiamenti sono stati ulteriormente rafforzati dall'approvazione di leggi che prendono di mira specificamente le persone Lgbt+ e i loro diritti o dalla diffusione di informazioni sull'omosessualità o sull'identità di genere in istituzioni o ambienti pubblici, come scuole o pubblicità. Le condanne di questi attacchi e i chiari interventi pubblici di contrasto da parte di politici di alto livello rimangono rari.

Il razzismo nelle attività di polizia è rimasto un problema in diversi Paesi, anche nel contesto dell'attuazione delle restrizioni legate alla pandemia (coprifuoco, serrate). Nel suo rapporto, l'Ecri fa riferimento in particolare al profiling razziale (la pratica discriminatoria da parte delle forze dell'ordine di prendere di mira gli individui per sospettarli di crimini in base alla loro razza, etnia, religione o origine nazionale), all'uso di un linguaggio xenofobo e all'uso eccessivo della forza contro le persone, che non solo colpiscono le vittime ma stigmatizzano anche le comunità nel loro complesso. Le vittime di tali pratiche si sono spesso sentite non sufficientemente supportate dalle autorità. Allo stesso tempo, alcuni Stati membri hanno preso provvedimenti per affrontare questi problemi, anche attraverso meccanismi di reclamo indipendenti e una migliore formazione delle forze di polizia, nonché tentando di diversificare le forze di polizia.

Il crollo delle economie e la perdita di posti di lavoro in durante i lockdown dello scorso anno hanno fatto sì che molti rifugiati e migranti non fossero più un grado di lavorare. Le persone con un background migratorio sono spesso sovra rappresentate nel settore dei servizi, dove il telelavoro o il lavoro da casa non sono possibili, chi non ha perso il lavoro è stato sottoposto a un pericolo maggiore di esposizione al virus. Altri rischi associati sono la discriminazione e la xenofobia, soprattutto nei confronti di coloro che sono costretti a vivere per strada, l'esposizione alla violenza e l'abbandono della scuola da parte dei bambini o il reclutamento da parte di gruppi armati e della criminalità organizzata. Inoltre, la crescente digitalizzazione ha ulteriormente emarginato i gruppi vulnerabili che non erano in grado di utilizzare le tecnologie digitali. Tra gli aspetti positivi, in alcuni Paesi è stato evidenziato l'importante ruolo dei lavoratori migranti nel settore sanitario e in altri servizi pubblici vitali.

Nel campo dell'istruzione, le varie restrizioni imposte alle scuole hanno avuto effetti negativi sui bambini che già avevano maggiori difficoltà, come i figli di migranti e rom. Studiare in tempi di quarantena non è stato facile per queste categorie di giovani studenti. Solo chi ha un dispositivo mobile o un computer portatile può mettersi al passo con il programma scolastico, inviando i compiti assegnati dagli insegnanti attraverso applicazioni digitali, Whatsapp o videoconferenze. Sebbene le autorità di alcuni Paesi abbiano adottato misure per aiutare i bambini svantaggiati a recuperare il loro ritardo scolastico, ciò non è avvenuto in tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa. Anche molti adulti hanno sofferto per l'interruzione dei servizi educativi, ad esempio i migranti arrivati di recente che frequentano corsi di integrazione e di lingua.

In occasione della pubblicazione del rapporto annuale 2021, la presidente dell'Ecri, Maria Daniella Marouda, ha affermato che il pericolo delle dichiarazioni politiche ultranazionaliste e dei discorsi d'odio non dovrebbe mai essere sottovalutato. "Questo è il discorso politico e la propaganda ultranazionalista che ha preceduto e accompagnato l'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina, iniziata nel febbraio 2022 e che ha provocato immense sofferenze al popolo ucraino", ha sottolineato. "L'Ecri elogia il lavoro delle autorità, degli organismi per l'uguaglianza e degli attori della società civile negli Stati membri del Consiglio d'Europa nel fornire protezione alle persone in fuga dall'Ucraina, aiutandole ad accedere ai loro diritti, come il diritto alla salute, alla protezione sociale, all'alloggio, all'istruzione e all'occupazione. Auspica fortemente che le segnalazioni di un ingiustificato trattamento differenziato dei rom e delle persone di origine africana e asiatica provenienti dall'Ucraina siano indagate in modo efficace e che le autorità garantiscano che non vi siano discriminazioni nei confronti di coloro ai quali dovrebbero essere offerte protezione e assistenza. A tutte le persone che fuggono dalla guerra e da altre situazioni di crisi, indipendentemente dalla loro origine nazionale o etnica, dalla nazionalità, dal colore della pelle, dalla religione, dalla lingua, dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, dovrebbe essere offerta una protezione tempestiva e adeguata", ha concluso.

L'aggressione militare della Federazione Russa contro l'Ucraina ha portato il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa a porre fine ai 26 anni di appartenenza della Federazione Russa all'Organizzazione il 16 marzo 2022. Questa decisione ha posto fine anche al lavoro di monitoraggio dell'Ecri sul razzismo e l'intolleranza nella Federazione Russa.

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