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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Covid

I pentiti della mascherina: ecco quali Paesi Ue hanno rimesso l’obbligo

Anche il telelavoro torna in auge, con il Belgio e l’Olanda che lo raccomandano per evitare i mezzi pubblici affollati. Nuovo studio afferma l’importanza di coprire naso e bocca

Nelle prime settimane di pandemia le mascherine erano diventate merce rara e preziosa, tanto che la Germania aveva adottato un blocco alla loro esportazione. Oggi invece sono disponibili ovunque, addirittura alle macchinette di molte metropolitane sparse per l’Europa di fianco a snack e bevande. Ma l’obbligo di indossarle è stato rimosso per gli spazi all’aperto e in alcuni Paesi addirittura nei luoghi al chiuso, tanto che nei centri commerciali in Olanda sembra di essere tornati al 2019: tante persone e quasi nessuna mascherina.

Proprio il governo dei Paesi Bassi questa settimana ha dovuto fare retromarcia di fronte agli allarmanti numeri che hanno convinto il premier Mark Rutte e i suoi ministri a rimette l’obbligo di proteggere naso e bocca quando si sta in diversi luoghi pubblici al chiuso, come i negozi. Precedentemente, l’Olanda aveva rimosso quasi tutti gli obblighi, mantenendo l’uso della mascherina nei mezzi di trasporto pubblico. I media olandesi danno inoltre per certa l'estensione dell'obbligo del Green pass, finora riservato solo ai grandi eventi, anche a palestre, piscine e musei. Laddove possibile, le imprese dovranno tornare al telelavoro. 

Situazione simile anche in Belgio dove - soprattutto nelle Fiandre, che registrano un tasso di vaccinazione tra gli adulti attorno al 90 per cento - si era deciso di fare a meno della mascherina nei luoghi pubblici al chiuso. Il dietrofront è arrivato una settimana fa, quando i numeri delle infezioni hanno iniziato a preoccupare il Paese che durante la seconda ondata era diventato l’epicentro dell’emergenza Covid in Europa. Oltre alla mascherina in tutti i luoghi pubblici al chiuso, il ministro della Salute Frank Vandenbroucke ieri ha avvertito che “le persone devono prepararsi a lavorare da casa”. Al momento negli ospedali belgi sono infatti ricoverati 1.900 pazienti affetti da coronavirus, con 360 persone in terapia intensiva. I numeri più alti da giugno a oggi. “Se lavoriamo di più a distanza, ci saranno anche meno persone in treno, sul tram e sull'autobus", ha aggiunto il ministro alludendo a uno dei luoghi dove il contagio è più frequente. 

Nonostante sia ormai noto a tutti il rischio di contrarre il Covid quando si viaggia sugli affollati mezzi pubblici, il governo ungherese aveva deciso di rimuovere l’obbligo di coprire naso e bocca nei tragitti in bus, tram e metropolitana. L’attesa marcia indietro è arrivata il primo novembre, quando il governo di Viktor Orban si è trovato costretto a reintrodurre l’obbligo di portare la mascherina dopo due mesi che gli esperti di virologia incoraggiavano l’esecutivo a prendere questo provvedimento, visto che il tasso di vaccinazione in Ungheria è ancora inferiore al 60 per cento. A far cambiare idea al leader magiaro sono stati i numeri della settimana scorsa, quando i contagi sono raddoppiati in pochi giorni. 

Una parziale retromarcia sull’uso della mascherina c’è stato anche in Francia, dove le scuole primarie di 39 province da lunedì 8 novembre torneranno a chiedere a professori e alunni di coprirsi naso e bocca all’interno degli istituti. Prima delle vacanze estive l’obbligo di portare la mascherina era stato rimosso nelle scuole di 79 dei 101 ‘dipartimenti’, ovvero i livelli di amministrazione intermedi. Da lunedì l’obbligo della mascherina sarà in vigore in 60 dipartimenti, contando sia quelli che non hanno mai abbandonato l’obbligo che i protagonisti della retromarcia dopo l’aumento dei casi.

Le scelte dei Paesi ‘pentiti’ arrivano in concomitanza con la pubblicazione di uno studio sul contributo della mascherina nella riduzione dei contagi. Quando si trascorrono lunghi periodi di tempo al chiuso le protezioni facciali sono capaci di ridurre il rischio di trasmissione del virus fino al 48 per cento. È quanto emerge dai test condotti su circa 3.000 persone da un gruppo di ricercatori dell'Università della California. Una ricerca che lascia pochi dubbi sull’efficacia della mascherina in condizioni ad alto rischio come la permanenza al chiuso per diverse ore.

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