Qatargate, Cozzolino e Bartolo lasciano i loro ruoli nel gruppo socialista
L'assistente del primo è uno dei quattro arrestati all'interno dell'inchiesta sulla presunta corruzione al Parlamento europeo, quello del secondo ha ricevuto perquisizioni da parte della polizia
I Socialisti e Democratici al Parlamento europeo hanno promesso "tolleranza zero" verso la corruzione dopo l'esplosione del Qatargate e hanno preso una serie di misure per dimostrare di voler affrontare in maniera seria lo scandalo delle presunte tangenti da Qatar e Marocco in cambio di influenze. Dopo averla sospesa lo scorso venerdì, il gruppo da deciso innanzitutto l'espulsione di Eva Kaili, la vicepresidente dell'Aula arrestata dopo che la polizia ha trovato in casa sua una borsa piena di soldi. I socialisti hanno chiesto poi agli eurodeputati che "impiegano assistenti parlamentari oggetto dell'indagine giudiziaria", di "dimettersi da qualsiasi responsabilità", in attesa dell'esito del procedimento.
Per questo gli italiani Pietro Bartolo e Andrea Cozzolino hanno lasciato i loro ruoli ricoperti a nome del gruppo, il medico ed ex vicesindaco di Lampedusa quello di relatore ombra per la commissione Libertà civili sul dossier sulla liberalizzazione dei visti con il Qatar, il secondo quello di di coordinatore delle urgenze per gli S&D. I loro due collaboratori sono stati toccati dall'inchiesta della polizia belga, anche se a livello molto differente.
Mentre l'assistente del primo ha ricevuto solo una perquisizione e non risulta al momento indagato, quello del secondo, Francesco Giorgi (che è anche il compagno di Kaili), è uno dei quattro arrestati venerdì scorso, fermato con l'accusa di aver intascato mazzette da uno Stato del Golfo in cambio di influenze nell'Assemblea comunitaria. Cozzolino è anche il presidente della delegazione dell'Aula per i rapporti col Maghreb, quella che intrattiene le relazione tra Strasburgo e Stati come il Marocco, nonché membro della sottocommissione Diritti umani. Due ruoli che, sebbene non sia indagato, sembra difficile che possa mantenere ancora a lungo.
Si è autosospeso dal gruppo poi il belga (di origini italiane) Marc Tarabella, anche lui non indagato, ma la cui casa è stata perquisita. Ed è stato perquisito anche l'ufficio di uno dei suoi assistenti che, come Giorgi, in passato aveva lavorato per Antonio Panzeri, l'ex deputato del Pd e poi di Articolo 1, che è il principale indiziato dell'inchiesta e nella cui casa sarebbero stati trovati circa 500mila euro in contanti.
La socialista belga Maria Arena si è invece dimessa dal ruolo di presidente della sottocommissione Diritti umani dell'Aula di Strasburgo. Anche una sua assistente ha ricevuto delle perquisizioni da parte della polizia belga sia nella sua casa che nel suo ufficio al Parlamento. La politica, che non risulta indagata, è ritenuta molto vicina a Panzeri e ha collaborato anche con la sua Ong, Fight Impunity, Ong che l'ex deputato italiano aveva fondato alla fine del suo ultimo mandato nel 2019. Il gruppo socialista ha anche annunciato che si dichiarerà parte lesa all'interno del procedimento giudiziario.
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