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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Putin tende una mano all'Ue: pronti a fornire 100 milioni di dosi di Sputnik V

Ad aiutare l'Unione europea a risolvere il caos vaccini, con le dosi promesse da varie aziende che non sono state consegnate, potrebbe essere alla fine la Russia. Ma serve prima l'autorizzazione dell’Ema

A tirare fuori l'Unione europea dal caos vaccini nel quale sembra entrata, con diverse aziende che non stanno rispettando i patti sottoscritti, potrebbe essere alla fine a sorpresa la Russia di Vladimir Putin. I produttori di Sputnik V, il vaccino anti-Covid sviluppato nei laboratori russi del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja di Mosca, hanno offerto questa mattina l’invio di 100 milioni di dosi immunizzanti all’Unione europea, da consegnare entro il secondo trimestre del 2021. L’annuncio è arrivato tramite Twitter, con un messaggio corredato da un’immagine che affianca la bandiera stellata su sfondo blu dell’Unione europea al tricolore orizzontale russo con tanto di stemma imperiale che ritrae San Giorgio mentre uccide il drago.

I contatti con l'Ema

L’offerta, come precisa lo stesso tweet, arriva dal RDIF, il Fondo russo per gli investimenti diretti, che sostiene la produzione dello Sputnik V. Le 100 milioni di dosi offerte ai Paesi Ue basterebbero a immunizzare 50 milioni di europei, dal momento che anche il vaccino russo - come quello di Pfizer/BioNTech e Moderna - necessita di due dosi per essere efficace contro il coronavirus. Ma a differenza dei due vaccini già in distribuiti in Europa - ai quali si potrebbe aggiungere quello sviluppato da AstraZeneca - il vaccino Sputnik V non è stato approvato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Emer Cooke, direttrice dell’Ema, solo due giorni fa ha confermato i contatti tra gli esperti Ue a cui spetta il compito di convalidare i vaccini che si possono somministrare nell’Unione e i produttori del russo Sputnik V. “Abbiamo avuto interazioni”, ha detto Cooke nel corso di un’audizione in Parlamento europeo, “ma siamo allo stadio dello scientific advice”, ovvero nella parte iniziale della procedura. “Non abbiamo ricevuto richieste né per la rolling review”, la revisione continua dei dati, “né per l'autorizzazione condizionata alla commercializzazione”, necessaria alla consegna delle dosi nell’Ue. Stando a queste dichiarazioni, sembra dunque molto improbabile che le dosi russe possano essere distribuite negli ospedali e nei centri vaccinazione sparsi per tutta l’Unione a partire da aprile, come promesso oggi da Mosca. Affinché il vaccino venga distribuito agli Stati membri c’è bisogno, inoltre, di un contratto sul modello dei sei accordi già siglati dalla Commissione europea con altrettante case farmaceutiche e ad oggi non risultano trattative in corso tra Bruxelles e Mosca.

Il dialogo con Orban e Merkel

L’offerta potrebbe sedurre gli esecutivi nazionali alle prese con il pericolo di una terza ondata rinforzata dalle nuove varianti. Al momento in Europa c'è solo l’Ungheria, che con una mossa che potrebbe creare un strappo con Bruxelles, ha deciso di approvare lo Sputnik V con una procedura d'emergenza e di ordinare due milioni di dosi. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel sembra non avere preclusioni nei confronti delle dosi russe e ha già discusso con Vladimir Putin sulla possibile produzione dello Sputnik V in Germania e si è detta disponibile ad aiutare la Federazione con le pratiche per l'approvazione dell'Ema, senza la quale Berlino non intende utilizzare le dosi.

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