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Sabato, 20 Aprile 2024
La protesta / Israele

Gli israeliani hanno cercato di impedire l'incontro tra Netanyahu e Meloni

Migliaia di manifestanti in auto hanno bloccato per ore l'accesso all'aeroporto del premier in partenza per Roma. Sotto accusa la sua riforma della giustizia

Ha rischiati di saltare il viaggio in Italia del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Roma per incontrare la premier Giorgia Meloni. Migliaia di manifestanti, che da settimane protestano contro la controversa riforma della giustizia proposta dal governo di Tel Aviv, hanno preso le loro auto e invaso le strade che conducono all'aeroporto Ben Gurion, nella capitale, paralizzando il traffico e bloccando di fatto gli arrivi allo scalo. Compreso quello di Netanyahu.

Le proteste che stanno colpendo Israele sono tra le più imponenti che il Paese abbia mai visto. L'opposizione accusa il premier, sostenuto da un governo conservatore sbilanciato verso l'estrema destra, di voler imbrigliare l'indipendenza della magistratura dal potere politico e instaurare un regime autoritario. Le manifestazioni vanno avanti da 10 settimane, e si intrecciano con quelle dei movimenti per i diritti umani, preoccupati dall'escalation di attacchi da parte dell'esercito di Tel Aviv nei territori palestinesi, che hanno provocato decine di morti dall'inizio dell'anno. Tali attacchi, giustificati dal governo come azioni antiterrorismo, sarebbero anche un modo per favore un nuovo piano di occupazione della Cisgiordania da parte dei coloni israeliani, bacino elettorale dell'estrema destra nell'esecutivo di Netanyahu. L'Unione europea ha di recente espresso preoccupazione per il clima di tensione in Israele e per le operazioni militari in Palestina. 

Le dichiarazioni di Bruxelles dimostrano che le mosse di Netanyahu stanno mettendo anche alla prova i rapporti diplomatici tra Tel Aviv e l'Europa. In questo quadro va letto il viaggio del premier alla volta di Roma. Netanyahu sostiene che le riforme sono progettate per impedire ai tribunali di oltrepassare i propri poteri e che sono state votate dall'opinione pubblica israeliana alle ultime elezioni. "La magistratura sia indipendente, non onnipotente", ha detto. 

Una volta che la polizia ha rimosso il blocco di manifestanti che ostruiva l'accesso all'aeroporto, il leader israeliano è potuto finalmente partire, non prima di rilasciare una nota per spiegare che il suo governo "sta continuando gli sforzi per raggiungere un accordo sulla riforma della giustizia" ma "finora questi sforzi sono stati accolti con un totale rifiuto da parte dell'opposizione e con tentativi di far degenerare il Paese nell'anarchia".

Il riferimento è anche a quanto avvenuto all'interno dello stesso esercito israeliano. A Gerusalemme centinaia di riservisti militari hanno manifestato davanti agli uffici di un think tank di destra riformista. Alcuni hanno bloccato l'ingresso dell'ufficio con sacchi di sabbia e sette riservisti sono stati arrestati, hanno riferito i media locali. Lunedì, con una mossa senza precedenti, dozzine di piloti di caccia di riserva in uno squadrone d'élite dell'aeronautica israeliana hanno dichiarato che non si sarebbero presentati per l'addestramento. Successivamente hanno invertito la rotta e hanno accettato di partecipare e tenere colloqui con i loro comandanti. Il tenente colonnello alla guida di questa protesta è stato sospeso dal servizio.

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