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Sabato, 20 Aprile 2024
L'anniversario / Stati Uniti d'America

La prigione di Guantánamo da 21 anni viola ancora la Convenzione di Ginevra

Aperta nel 2002 da George W. Bush per la sua "guerra al terrore" da allora non è mai stata chiusa, nonostante le promesse di Obama. Al suo interno, in violazione della Convenzione di Ginevra, ci sono ancora 35 prigionieri, la maggior parte dei quali non hanno mai subito un processo

La famigerata prigione di Guantánamo, creata dagli Stati Uniti per rinchiudere sospetti terroristi islamici, sembra un ricordo lontano o un argomento da libri di storia, e invece è ancora aperta e funzionante e al suo interno sono ancora rinchiuse 35 persone al di fuori del diritto internazionale. Il campo di detenzione fu creato nel gennaio del 2002 dall'allora presidente George W. Bush, finalizzandolo alla detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e in Pakistan, durante la cosiddetta "guerra al terrore" scatenata in risposta agli attacchi alle Torri gemelle.

Il campo è tristemente noto per le sistematiche violazioni delle Convenzioni di Ginevra sui prigionieri di guerra, come ad esempio detenzioni a tempo indefinito senza previo processo e anche torture. A 21 anni dalla sua apertura Amnesty International è tornata a chiederne la chiusura. "Trasferimenti segreti, torture, sparizioni forzate, totale diniego del diritto a un giusto processo. Questo è quello che perpetuano da 21 anni le autorità degli Stati Uniti a Guantánamo, la prigione costruita con l’obiettivo di ottenere informazioni d’intelligence a spese dei diritti umani", denuncia la Ong in un appello, sostenendo che dalla sua apertura ad oggi "poche cose sono cambiate".

Oggi, all'interno di questa struttura di detenzione, "ci sono 35 uomini di religione musulmana, la maggior parte senza essere stati incriminati o processati", ricorda Amesty. Tra loro "molti, come Toffiq al-Bihani, sono stati torturati dal governo degli Stati Uniti. Al-Bihani doveva essere trasferito da tempo, ma ancora oggi rimane dietro le sbarre, senza accusa né processo", continua la Ong secondo cui "dentro quel centro disumano non dovrebbe esserci nessuno".

La prigione si trova in una base che si trova sull'isola di Cuba ma che nel 1903 è stata concessa in modo permanente agli Stati Uniti. Nonostante le proteste del governo comunista a partire dalla rivoluzione del 1959, il territorio non è mai stato restituito a L'Avana. Più di 12 anni fa Barack Obama aveva promesso di chiudere il centro di detenzione, una promessa rinnovata lo scorso anno da Joe Biden, ma mai realizzata. L'amministrazione Bush vi ha portato circa 780 uomini e ragazzi accusati di attività terroristiche a livello mondiale. Di questi ne ha poi espulsi e inviati circa 540 in altri Paesi. L'amministrazione Obama ha ridotto la popolazione carceraria di altri 200 uomini attraverso il trasferimento in altre nazioni mentre durante il governo di Donald Trump è stato rimpatriato solo un uomo, un terrorista di Al Qaeda reo confesso, verso Arabia Saudita.

Gli sforzi di Obama per chiudere la prigione si sono scontrati con un'intensa opposizione nel Congresso, soprattutto tra i repubblicani, irremovibili nel chiedere che nessuno dei prigionieri di guerra venisse trasferito in strutture negli Stati Uniti. Come riporta il New York Times tra coloro che rimangono a Guantánamo, solo un prigioniero è stato condannato per un crimine, un uomo yemenita che è stato condannato all'ergastolo nel 2008 per essere stato direttore delle pubbliche relazioni e segretario personale di Osama bin Laden. Altri undici prigionieri hanno ricevuto accuse formali, sei dei quali sono stati condannati alla pena di morte. Ma il procuratore capo non ha fatto alcuno sforzo per accusare gli altri e dare il via a un vero e proprio processo, lasciandoli invece nello status di detenuti di guerra a tempo indeterminato nel continuo conflitto con Al Qaeda e i Talebani.

L'ultima persona ad essere stata rilasciata e rimandata in Afghanistan è stata lo scorso giugno Assadullah Haroon Gul, quarantenne che è stato detenuto per 15 anni nella prigione militare con il nome di Haroon al-Afghani, e che non è mai stato accusato formalmente di crimini di guerra.

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