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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L'Ue "offre" ai rifugiati ucraini 1 milione di posti di lavoro vacanti: ecco quali sono

Bruxelles ha lanciato un'iniziativa per far incontrare domanda e offerta: infermieri, sviluppatori di sofwtare e idraulici tra le figure più richieste

Infermieri e operatori sociosanitari, idraulici e tecnici di ingegneria civile, muratori e saldatori. Ma anche sviluppatori di software e medici generalisti. Sono in totale circa 1 milione i posti di lavoro rimasti vacanti nell'Unione europea nel 2021 e che adesso potrebbero essere svolti dai profughi ucraini. È questo l'obiettivo dell'iniziativa che la Commissione Ue sta portando avanti in contatto con il Cedefop, l'agenzia europea per l'istruzione e la formazione professionale.

La Commissione, si legge in una comunicazione di fine marzo, "ha chiesto a tutti i servizi pubblici per l'impiego di raccogliere informazioni sulle misure in atto" in modo da fornire "orientamenti specifici sull'integrazione dei lavoratori ucraini nel mercato del lavoro, comprese le zone rurali". Il Cedefop sta invece "analizzando milioni di offerte di lavoro in tutta Europa per esaminare quali competenze sono necessarie e dove". I servizi pubblici per l'impiego svolgeranno "un ruolo chiave nelle politiche attive del mercato del lavoro per sfruttare le competenze dei nuovi arrivati ​​e fungere da intermediari sul mercato del lavoro", aggiunge Bruxelles, che in parallelo, con l'iniziativa Care, ha invitato gli Stati membri a utilizzare le risorse di ReactEU, uno dei pilastri del Recovery fund, per finanziare percorsi di formazioni e orientamento al lavoro per gli ucraini.

L'obiettivo della Commissione è fare in modo che domanda e offerta di lavoro si incontrino. Per facilitare l'accesso al mercato del lavoro dei rifugiati dall'Ucraina e permettere ai datori europei di attingere alle loro competenze e talenti, Bruxelles ha (ri)lanciato in queste un'iniziativa pilota per la creazione di una piattaforma online che dovrebbe essere operativa entro l'estate. La misura farà da apripista alla piattaforma europea "Eu Talent Pool" per favorire la migrazione legale e attirare talenti dai Paesi terzi. Piattaforme di questo tipo sono state già create da organizzazioni private, spesso sotto lo stimolo delle associazioni dei datori di lavoro europei. 

Del resto, con la carenza di lavoratori post-pandemia (e il boom dell'inflazione che ha reso ancora meno appetibili le offerte di stipendio in diversi settori), i rifugiati ucraini sembrano aver fatto breccia nel cuore degli imprenditori. L'Ucraina è riconosciuta per la sua forza lavoro qualificata, con il 70% dei lavoratori in possesso di diplomi di istruzione secondaria o superiore. Il Paese, ricorda il New York Times, vanta la più grande forza lavoro di ingegneri informatici nell'Europa centrale e orientale, tanto che Microsoft, Cisco, Google e altre multinazionali del settore hanno esternalizzato negli anni molti lavori in Ucraina.

Il Cedefop ha tracciato in un dossier le iniziative adottate dai vari Stati membri per promuovere l'integrazione lavorativa dei rifugiati. Se la formazione è di alto livello, diverso è il discorso sulle competenze linguistiche. E sui tipi di lavori offerti, che secondo gli esperti potrebbero richiedere qualifiche più basse di quelle offerte dai rifugiati. Le figure professionali con più posti vacanti, stando a un rapporto dell'Ela, l'autorità europea del lavoro, sono quelle di idraulici, installatori di tubi, infermieri, analisti di sistema, saldatori e autotrasportatori. Nella lista dei 28 mestieri con più carenze, ci sono anche sviluppatori di sofware, agricoltori, addetti alle costruzioni e meccanici.

La Commissione ha anche annunciato l'intenzione di lanciare un programma di sostegno specifico, "che si avvale nella prima fase degli strumenti disponibili nell'ambito di Erasmus per giovani imprenditori, potrebbe anche sostenere le startup ucraine". La rete Enterprise Europe "può fornire supporto ai nuovi imprenditori che avviano attività", dice Bruxelles.

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