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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Anche il Portogallo verso l'eutanasia legale: ecco gli altri Paesi Ue dove è consentita

Lisbona approva la legge quest'anno, ma la minaccia di veto da parte del presidente potrebbe bloccarne nuovamente l'entrata in vigore

Presto in Portogallo le persone gravemente malate o terminali potranno richiedere di porre fine per sempre alle loro sofferenze attraverso l'eutanasia. Il governo di Lisbona ha votato per la seconda volta in un anno una legge per la legalizzazione dell'eutanasia attiva, che prevede la somministrazione del farmaco da parte di un medico e che attualmente è legale in solamente altri quattro Paesi europei. La norma, già approvata a gennaio, era stata respinta dalla Corte costituzionale dopo una richiesta di revisione da parte del presidente Marcelo Rebelo de Sousa poiché considerata "troppo vaga".

Le modifiche che sono state apportate al testo sono minime, nello specifico ci si è concentrati sulla definizione del termine "lesione grave" che è ora descritta come "definitiva e ampiamente invalidante, che rende una persona dipendente da altri o dalla tecnologia per intraprendere compiti elementari della vita quotidiana". La legge proposta afferma che ci deve essere "un'altissima certezza o probabilità che tali limitazioni durino nel tempo senza possibilità di guarigione o miglioramento significativo".

La legislazione è passata con 138 sì, 84 no e cinque astensioni e per l'entrata in vigore manca solamente la firma del capo di Stato, che potrebbe tuttavia imporre un veto, forzando un'ulteriore revisione parlamentare, o rimandare il progetto di legge alla Corte costituzionale per un'ulteriore valutazione. I legislatori dell'opposizione potrebbero anche richiedere una revisione giudiziaria, sostenendo che il disegno di legge è stato frettolosamente spinto in alto nell'agenda parlamentare per garantire la sua approvazione prima delle elezioni generali che si terranno il 30 gennaio, riporta Politico.

Come funziona nel resto d'Europa

Vi sono vari tipi di "dolce morte" che comportano differenti regolamentazioni nei diversi Stati. L'eutanasia attiva, ovvero quella che prevede che sia il medico stesso a provocare la morte del paziente attraverso la somministrazione di un farmaco, è legale in solamente quattro Stati europei: i tre Paesi del Benelux e la Spagna. In Olanda è possibile anche per neonati o maggiori di 12 anni, mentre in Belgio la procedura è possibile per qualunque età se il malato è in fase terminale e se vi è l'autorizzazione dei genitori. In Spagna e Lussembungo possono richiederla solamente i maggiorenni. 

Il suicidio assistito, nel quale in medico ha come unico compito quello di prescrive un farmaco in grado di provocare la morte del paziente che poi la persona utilizza personalmente, è legale in Benelux e in Svizzera, viene tollerato in Svezia ed è stato depenalizzato in Germania nel 2020.

L'eutanasia passiva, ovvero l'interruzioni dei dispositivi di cura e di mantenimento in vita, è legale in Svezia e viene tollerata anche in Germania, Finlandia e Austria su richiesta del paziente. In altri Paesi, come Danimarca, Norvegia, Ungheria, e Repubblica Ceca il malato può rifiutare le cure o l'accanimento terapeutico. In Italia, nonostante sia formalmente legale viene autorizzata in alcuni casi da sentenze giudiziarie come nel caso Welby o quello di Eluana Englaro.

Il nostro Paese potrebbe nei prossimi anni fare dei passi avanti in materia di "dolce morte" grazie all'impegno di Marco Cappato e dell'associazione Luca Coscioni, che quest'estate hanno raccolto un milione e 200mila di firme per richiedere un referendum sulla questione. Che in caso di vittoria del sì " potrà essere consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Dunque, l’esito abrogativo del referendum farebbe venir meno il divieto assoluto dell’eutanasia e la consentirebbe limitatamente alle forme previste dalla legge 219/2017 in materia di consenso informato", riporta il sito dedicato al referendum.

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