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Sabato, 20 Aprile 2024
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La Polonia chiude scuole e negozi, ma a Pasqua lascia le chiese aperte

Il governo cede alle pressioni dei vescovi e consente l'ingresso dei fedeli in occasione delle celebrazioni pasquali. Niente limiti anche alle riunioni di famiglia in occasione delle feste. Intanto il Paese raggiunge il record di contagi e decessi dall'inizio della pandemia

Contagi e decessi hanno raggiunto livelli mai toccati finora dall'inizio della pandemia. E per questo, il governo ha imposto un duro lockodown fino al 9 aprile. Ma nella cattolicissima Polonia guai a toccare le chiese: e così, mentre scuole e negozi resteranno chiusi per almeno 2 settimane, i luoghi di culto potranno continuare ad accogliere i fedeli, tanto più a Pasqua. Una decisione presa nonostante il parere contrario di medici e degli esperti dell'esecutivo di Varsavia.

"E' il momento più difficile da 13 mesi", ha ammesso il premier Mateusz Morawiecki nell'annunciare le nuove misure. In tutto il Paese è stata raggiunta la cifra record di 34.151 nuovi contagiati e 520 deceduti. Gli ospedali sono al collasso: il 70% dei posti letto sono occupati e nelle strutture comincia a mancare il personale sanitario disponibile, stando alle parole dello stesso Morawiecki.

A partire da sabato 27 marzo, scatterà la chiusura per due settimane di scuole, saloni di bellezza, dei parrucchieri e barbieri e dei centri sportivi. Resteranno aperti i supermercati, ma con alcune limitazioni. Quello che preoccupa di più, però, è quello che accadrà a Pasqua. Il governo non ha imposto restrizioni particolari per le riunioni in famiglia, ma si è limitato a raccomandare di passare la giornata a casa con i familiari più vicini. Le chiese, come dicevamo, resteranno aperte: la presenza dei fedeli non dovrebbero superare 1 persona per 20 metri quadrati (invece del 15 metri quadrati precedenti).

Un limite che in molti pensano che difficilmente verrà rispettato. Alla fine, hanno vinto i potenti vescovi polacchi, che fin dall'inizio della pandemia sono stati in pratica esonerati da particolari restrizioni. E che, salvo rari casi, non hanno seguito alla lettera le misure del governo. Tanto che il ministro della Salute Adam Niedzielski, non certo un anticlericale, ha dovuto inviare loro un "rimprovero" per richiamarli all'ordine. O per non dare l'impressione che a Varsavia a comandare sia la Chiesa, e non l'esecutivo.

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