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Lunedì, 15 Aprile 2024
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Premier Polonia: “Ue ha oltrepassato i limiti, ma non ce ne andiamo”

Morawiecki al Parlamento Ue si scontra con von der Leyen: “Respingo le minacce e i ricatti”. Varsavia rischia il blocco del fondi europei, e nega la Polexit

“Bisogna dire basta, le competenze dell'Unione europea hanno dei limiti e non si può continuare a tacere quando vengono oltrepassati”. Tuttavia, “parlare di Polexit è una menzogna” perché “la Polonia è e resterà nell’Unione europea”. Dibattito infuocato in Parlamento europeo, dove questa mattina ha preso la parola il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. Il premier ha partecipato al dibattito a Strasburgo sulla sentenza del Tribunale costituzionale del suo Paese. Una Corte che Bruxelles ritiene ‘colpevole’ di non aver riconosciuto il primato del diritto europeo su quello nazionale.

Von der Leyen mette in dubbio fondi Ue

“È la prima volta in assoluto che il tribunale di uno Stato membro rileva l'incompatibilità dei Trattati Ue con la Costituzione nazionale”, ha detto questa mattina la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nelle ultime settimane incoraggiata da più parti a intervenire con intransigenza contro Varsavia. “Non possiamo permettere e non permetteremo che i nostri valori comuni siano messi a rischio”, ha aggiunto la numero uno dell’esecutivo Ue per poi elencare le conseguenze della scelta di Varsavia. “La prima opzione è la procedura d'infrazione per impugnare legalmente la sentenza del Tribunale costituzionale polacco”, mentre come piano b c’è “il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari”, che porterebbero al blocco dei fondi europei per la Polonia, compreso il Recovery Fund, come richiesto dall'Olanda. “Il Governo polacco - ha attaccato la presidente - deve spiegarci come intende proteggere i fondi europei, vista questa sentenza della sua Corte costituzionale”. 

La (lunga) replica

“Respingo le minacce e i ricatti”, è stata la replica a caldo del premier polacco che ha parlato per oltre trentacinque minuti a fronte dei cinque che gli erano concessi stando all’agenda della seduta. L’assenza per motivi di salute del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha messo il dibattito nelle mani del vicepresidente Pedro Silva Pereira, il quale ha interrotto solo una volta Morawiecki a ventotto minuti dall’inizio dell’intervento. Netta la reazione del polacco: “Mi è stato detto dall’ufficio di David Sassoli che mi sono concessi tra i trenta e i trentacinque minuti, quindi userò il tempo a mia disposizione. Ho quasi finito, non mi disturbi.”

Polonia è e resterà nell'Ue

Nel suo intervento, il capo del governo polacco non ha mosso di un millimetro la posizione già assunta da Varsavia dopo la sentenza che, secondo i più attenti osservatori, corrisponde a un passo sostanziale verso la Polexit, l’uscita della Polonia dall’Unione europea. “La Costituzione è il diritto fondamentale della Polonia”, ha detto il premier nella sua risposta a von der Leyen. “Nei Trattati dell’Ue - ha aggiunto - abbiamo delegato molte competenze, ma non tutte, all'Unione europea”. “Non ci sono dubbi che il diritto Ue abbia supremazia sul diritto nazionale in quelle aree di competenza che sono state delegate dagli Stati membri all'Ue", è la tesi del premier che ha respinto le accuse di non rispettare i trattati firmati dai suoi predecessori. “In Polonia la fiducia nell’Europa resta a livelli alti, oltre il 56% dei polacchi dice chiaramente che la Polonia è e resterà membro dell’Unione. Il mio governo e la maggioranza parlamentare è parte di questa maggioranza filo-europea, ma questo non vuol dire che non ci siano dubbi e preoccupazioni sulla strada presa dall’Ue”, ha spiegato Morawiecki. Di qui l’attacco contro le azioni dell’Ue, per ora solo minacciate, in difesa dello Stato di diritto. Uno scontro che potrebbe essere solo agli inizi.

Il contrasto coi magistrati

Tuttavia, nella parte finale del dibattito, il premier polacco è intervenuto nuovamente e ha annunciato che “la sezione disciplinare verrà abolita”. Il riferimento è a uno dei motivi di contrasto più forti con la Commissione, che contesta le regole sulla responsabilità dei giudici che hanno portato al licenziamento di vari magistrati. Ma Morawiecki ha subito dopo evidenziato che a non piacere a Varsavia non è tanto la sezione disciplinare quanto “il meccanismo attraverso il quale è stata introdotta la responsabilità della magistratura” che si sarebbe rivelato “non all'altezza delle nostre aspettative” in quanto “non è stato applicato in casi in cui i giudici hanno violato chiaramente il codice professionale”. Insomma, mentre la Commissione ha chiesto un ritiro delle norme che mettono il Governo su un piano di forza nei confronti della magistratura, da Varsavia è arrivato l’annuncio di un inasprimento delle regole che potrebbe portare a sanzioni ancora più pesanti. “Spero che le nuove procedure siano accettabili per tutti perché tutti dovrebbero essere interessati a un comportamento responsabile da parte dei giudici”, ha concluso il primo ministro.

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