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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sanzioni alla Russia

Il piano dell'Ungheria per guadagnare milioni speculando sul petrolio russo

Budapest si prepara a introdurre una tassa per le aziende che beneficeranno delle importazioni di greggio da Mosca, mentre il resto dell’Ue dovrà farne a meno

Mentre il resto dell’Unione europea si prepara al costoso addio al petrolio russo dal 2023, più economico del 25% rispetto alla media dei prezzi globali, l’Ungheria sta già pensando a come approfittare della deroga ottenuta i tavoli Ue. Il governo di Budapest ha infatti strappato il permesso di poter continuare a importare greggio russo a tempo indeterminato a causa dell’assenza di sbocchi sul mare dell’Ungheria. Una circostanza che in effetti impedisce l’arrivo di forniture alternative via nave. Ma come sospettato da diversi osservatori durante i negoziati, l’esecutivo magiaro sta invece progettando come trasformare la deroga in nuove entrate per il bilancio statale. 

Secondo gli analisti di Eurointelligence, Budapest potrebbe infatti ottenere circa 575 milioni di euro di “profitto nascosto” attraverso una tassa sul petrolio russo importato dall’Ungheria mentre il resto d’Europa cerca altri canali di approvvigionamento. Una quantità di denaro che “non è male per un'economia di quelle dimensioni”, ha fatto notare Eurointelligence.

Soldi freschi che serviranno a colmare il disavanzo di bilancio da circa 7 miliardi di euro accumulati durante il periodo gennaio-aprile in occasione delle ultime elezioni politiche in Ungheria. Il primo ministro Viktor Orban ha infatti tagliato le tasse e aumentato le pensioni prima dell’appuntamento elettorale che lo ha visto trionfare sulle opposizioni che si erano coalizzate contro di lui.

Negli ultimi mesi l'Ungheria ha inoltre introdotto nuove tasse straordinarie sulle aziende di fornitura energetica e sulle compagnie aeree per aumentare il gettito proveniente dai ‘vincitori’ della nuova crisi. Una scelta che il governo di Budapest ha già annunciato di voler replicare nei confronti del petrolio russo. Alle aziende di prodotti petroliferi - secondo le prime dichiarazioni di esponenti di governo - sarà applicata una tassa straordinaria del 25% per gli anni fiscali 2022 e 2023. "Questa imposta si basa sulla specifica differenza di prezzo del mercato mondiale per il petrolio greggio proveniente dalla Federazione Russa, moltiplicata per la quantità per barile di greggio proveniente dalla Russia acquistato nel mese in esame”, ha annunciato il governo ungherese confermando indirettamente le previsioni degli analisti.

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