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Sabato, 20 Aprile 2024
La decisione / Russia

I passaporti russi rilasciati in Donbass e Crimea non saranno riconosciuti in Ue

Accordo tra i rappresentanti dei Ventisette per non ritenere validi tutti i documenti rilasciati nei territori occupati in Ucraina e Georgia: “Risposta all'aggressione ingiustificata di Mosca”

I passaporti rilasciati dalla Russia ai sui nuovi cittadini in Donbass e Crimea non saranno riconosciuti nell'Unione europea. Gli ambasciatori degli Stati membri hanno concordato la propria posizione suo documenti degli abitanti di tutti i territori annessi da Vladimir Putin di Ucraina e Georgia, che non saranno riconosciuti come validi ai fini del rilascio di un visto o dell'attraversamento delle frontiere dello spazio Schengen.

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"Con la sua annessione illegale delle regioni ucraine, la Russia ha dimostrato ancora una volta la sua palese inosservanza dell'ordine internazionale basato su regole. Non riconosceremo mai la violazione dei diritti fondamentali dell'Ucraina e della Georgia all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale. L'Ue è unita ai due Paesi e alla loro popolazione e si mantiene con determinazione al loro fianco", ha dichiarato Vít Rakusan, ministro dell'Interno della Repubblica ceca, Paese con la presidenza di turno dell'Ue.

Come spiega il Consiglio in una nota, la decisione, che dovrà poi essere approvata formalmente anche dal Parlamento, "è una risposta all'aggressione militare non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina e alla prassi russa di rilasciare passaporti internazionali russi ai residenti delle regioni occupate", e fa seguito alla “decisione unilaterale della Russia di riconoscere l'indipendenza dei territori georgiani dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale nel 2008”.

Sin dall'annessione della penisola di Crimea nel marzo 2014, Mosca ha rilasciato passaporti internazionali russi ai residenti della penisola. Tale prassi è stata estesa alle zone non ancora controllate dal governo russo di Donetsk e Luhansk nell'aprile 2019, e in seguito alle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia nel luglio 2022.

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