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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lo scandalo / Regno Unito

Johnson e il braccio destro Sunak multati per le feste durante il lockdown

Confermate le rivelazioni del Partygate, anche la moglie del premier Carrie riceverà un'ammenda dalla polizia. Il Labour chiede le dimissioni, ma anche tra i conservatori molti vogliono la sua testa

Il primo ministro britannico Boris Johnson, sua moglie Carrie e il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, saranno multati per aver partecipato ad almeno una festa durante il lockdown nel Regno Unito. Dopo l'esplosione alcuni mesi fa del cosiddetto Partygate, lo scandalo sulle rivelazioni di feste organizzate in violazione delle regole imposte a livello nazionale per fermare l'avanzata del Covid-19, la polizia ha indagato su 12 raduni organizzato dallo staff presso l'ufficio di Johnson e quello di gabinetto.

Il leader dei conservatori ha ammesso di aver partecipato ad alcune di queste feste ma ha sempre negato di essere stato consapevole di avere violato le regole, sostenendo anche che pensava si trattasse di riunioni di lavoro. Lo scandalo ha avuto grande risonanza nel Paese in quanto alcuni degli incontri sono avvenuti quando i cittadini britannici non potevano partecipare ai funerali o dire addio ai propri cari che morivano in ospedale, perché stavano seguendo le regole stabilite proprio dal governo di Johnson. Dopo che una fuga di notizie e di foto ha reso noto lo scandalo alla fine dello scorso anno, il premier si è scusato con il Parlamento per aver partecipato a uno di questi eventi, che ha ribadito di ritenere legato al lavoro, e ha anche chiesto scusa alla regina Elisabetta per un'altra festa organizzata nei suoi uffici e che si è svolta alla vigilia del funerale di suo marito, il principe Filippo.

"Boris Johnson e Rishi Sunak hanno infranto la legge e hanno mentito ripetutamente al pubblico britannico. Entrambi devono dimettersi", ha chiesto Keir Starmer, leader del Labour, il principale partito di opposizione. I liberaldemocratici hanno chiesto che il parlamento venga richiamato immediatamente dalle vacanze di Pasqua e che ci sia un voto di sfiducia. Ma a mettere a rischio la poltrona del premier potrebbe essere anche la rabbia all'interno del suo stesso partito, se 54 dei 360 conservatori che siedono in Aula chiedessero un voto di fiducia interno che scatenerebbe una possibile nuova corsa alla leadership. All'inizio di quest'anno un certo numero di Tory ha chiesto che il leader si dimettesse, ma l'indignazione per il Partygate è stata in parte dimenticata dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, con Johnson che, come spesso accade nei momenti di crisi, è riuscito con il suo carisma a riconquistare consensi nel Paese e a permettere a Londra di ritagliarsi un ruolo di primo piano tra le nazioni occidentali nella battaglia contro la Russia di Vladimir Putin.

La notizia è doppiamente pesante per il Cancelliere dello scacchiere (il ministro delle Finanze britannico) Sunak, che aveva anche garantito alla Camera di non aver partecipato a nessuna festa. Il politico, molto amato nella nazione per la sua gestione della crisi, era già finito nell'occhio del ciclone per alcune presunte irregolarità nella gestione delle sue finanze personali e per la scoperta del fatto che avrebbe rinunciato alla 'Green card', uno status di immigrazione concesso ai residenti negli Stati Uniti, solo dopo essere diventato ministro delle finanze nel 2020. A complicare le cose il fatto che sua moglie Akshata Murty, proprietaria di circa lo 0,9% del gigante IT indiano Infosys, ha confermato di avere uno status fiscale non domiciliato, il che significa che non ha pagato nel Regno Unito le tasse sui guadagni conseguiti al di fuori del Paese.

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