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Venerdì, 19 Aprile 2024
La guerra / Ucraina

Nato: "In Ucraina inviati centinaia di missili e migliaia di anti-carro"

Si allunga la lista di Paesi, anche Ue, che stanno foraggiando l'esercito di Kiev con armi e munizioni. Manca ancora l'Italia

Dalla Nato arriva la conferma che sempre più armi e munizioni stanno arrivando in Ucraina a sostegno dell'esercito di Kiev e contro l'invasione della Russia. Gli alleati, si legge in una nota, "stanno rafforzando il loro sostegno politico e pratico all'Ucraina mentre continua a difendersi dall'invasione su vasta scala della Russia. Migliaia di armi anticarro, centinaia di missili per la difesa aerea e migliaia di armi leggere e scorte di munizioni vengono inviate in Ucraina. Gli alleati stanno anche fornendo milioni di euro di assistenza finanziaria e aiuti umanitari, comprese forniture mediche per aiutare le forze ucraine". 

I Paesi che "hanno già inviato o stanno approvando consegne significative di equipaggiamento militare" sono "Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e Stati Uniti", spiega la Nato. L'Ucraina "ha già ricevuto armi critiche, inclusi missili Javelin e missili antiaerei, dagli alleati della Nato, oltre a milioni di euro di assistenza finanziaria", si legge ancora. "Albania, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Ungheria, Islanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti offrono aiuti umanitari o aprono le frontiere ai rifugiati ucraini. Croazia, Polonia e Romania stanno già accogliendo i profughi ucraini. L'Italia fornisce inoltre assistenza finanziaria immediata al governo ucraino", aggiunge l'Alleanza.

Proprio in Italia, in queste ore il mondo politico sembra diviso sull'opportunità di aggiungersi alla sempre più lunga lista di Paesi Nato e Ue che stanno foraggiando con armi l'Ucraina. Domani a Palazzo Chigi, si riunirà il Consiglio dei ministri con all'ordine del giorno proprio la proposta di un sostegno militare a Kiev più concreto. Una proposta critica dal leader della Lega, Matteo Salvini: "No ad armi letali in mio nome, meglio la diplomazia", ha detto. 

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