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Sabato, 2 Dicembre 2023
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Orban si fa vaccinare dalla Cina contro il Covid (e non dalla Russia)

In un post su Facebook, il premier ungherese ha annunciato di essere stato vaccinato e mostra il farmaco prodotto dalla cinese Sinopharm (e non quelli disponibili di Pfizer, Moderna ed Ema). In queste ore è atteso il suo addio al Ppe, il partito europeo di Angela Merkel

In vista della settimana che potrebbe sancire il suo addio al Partito popolare europeo di Angela Merkel (e l'avvio di un progetto di costruzione di un centrodestra alternativo in Europa che va dalla Polonia di Jaroslaw Kaczynski a Giorgia Meloni), il premier ungherese Viktor Orban ha lanciato l'ultimo guanto di sfida a Bruxelles, annunciando su Facebook di avere sì assunto il vaccino contro il Covid-19, ma aggiungendo l'immagine del farmaco prodotto dalla casa farmaceutica cinese Sinopharm. Vaccino che non è stato ancora autorizzato dall'Ema, l'agenzia europea del farmaco. 

Non è chiaro se Orban abbia assunto o meno il vaccino cinese (nel post su Facebook si limita a scrivere "Mi sono vaccinato" mostrando alcune foto, tra cui quella di una confezione del medicinale Sinopharm), ma di sicuro quella del leader ungherese è una chiara provocazione nei confronti della Commissione europea, già accusata nelle scorse settimane per i suoi ritardi nella campagna di vaccinazione. Accuse che Orban ha accompagnato stringendo accordi con la Russia per la consegna dello Sputnik V e con la Cina per il vaccino Sinopharm. Il tutto al di fuori della gestione comunitaria, su cui la presidente dell'Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, aveva puntato molto anche per assicurare un'equa distribuzione delle dosi tra tutti i Paesi membri (a favore dunque di quelli più poveri, come la stessa l'Ungheria).

Orban ha invece sfruttato le falle dell'organizzazione europea per rilanciare la sua sfida ai vertici Ue. In un'intervista radiofonica di qualche giorno fa, il premier ha promesso che entro Pasqua, l'Ungheria avrà il più alto tasso di vaccinazione nell'Ue. E questo proprio grazie ai farmaci cinesi e russi, autorizzati dall'agenzia del farmaco di Budapest, ma non da quella europea.  "Possiamo aspettare questo e quello, ma perdiamo un centinaio di ungheresi ogni giorno che aspettiamo. E per questo io non aspetto", aveva spiegato Orban, sottolineando la preparazione dei propri esperti di farmaci nel valutare se i vaccini sono sicuri o meno.

Il giorno prima dell'annuncio di Orban, era stato modificato il decreto del governo sul certificato di vaccinazione nazionale, che, in base a questa modifica, non indicherà quale tipo di farmaco è stato somministrato. Sempre nelle stesse ore, alcuni media avevano reso noto che Budapest aveva rinunciato ad acquistare metà delle dosi del vaccino di Moderna ottenute nell'ambito del programma di appalti congiunti dell'Ue. Una rinuncia che viene legata proprio all'accordo con la cinese Sinopharm. "Tuttavia - scrive Euractiv - il vaccino di Moderna costra la metà di quello Sinopharm, secondo The Lancet": il primo avrebbe un prezzo di 31 euro a dose, il secondo 62.

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