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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Sul bando alla 'propaganda gay' Orban indice un referendum: "Futuro dei nostri figli a rischio"

L'Ue ha lanciato una procedura di infrazione contro l'Ungheria e il premier si gioca la carta della consultazione popolare per dare legittimità al provvedimento che prende di mira la comunità Lgbt+

Un referendum popolare per risolvere una disputa sul rispetto dei diritti civili. Questa è la scelta comunicata stamattina da Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria, che ha convocato una consultazione referendaria sui contenuti della legge contro la 'propagnada gay', al centro di un duro scontro con Bruxelles e la gran parte dei Paesi dell’Ue. “È in gioco il futuro dei nostri figli, quindi non possiamo perdere terreno su questo tema”, ha detto il premier in un video pubblicato sui social.

Lo scontro con Bruxelles

Il referendum è un chiaro segnale di ostilità nei confronti dell’Ue. Il 15 luglio la Commissione europea ha infatti avviato una procedura d’infrazione contro l'Ungheria e la Polonia “per le violazioni dei diritti fondamentali delle persone Lgbt+”. "La tutela dei minori è un legittimo interesse pubblico che l'Ue condivide e persegue”, è la posizione della Commissione, secondo la quale “l’Ungheria non ha spiegato perché l'esposizione dei bambini a contenuti Lgbt+ sarebbe in sé dannosa per il loro benessere o non sarebbe consona all'interesse superiore del minore”. La Polonia è invece finita nel mirino di Bruxelles per le cosiddette “zone esenti da ideologia Lgbt”. 

La legge voluta da Orban

Il provvedimento approvato a giugno dal Parlamento ungherese, ma apertamente contrastato dall’Ue e dalla maggioranza dei suoi leader nazionali, si presenta come un testo “contro la pedofilia”. L’obiettivo delle nuove norme, secondo il partito di Orban, è quello di “affermare chiaramente che solo i genitori possono decidere sull'educazione sessuale dei propri figli”. Ma questi principi, generali e condivisibili, hanno trovato applicazione in disposizioni che molti considerano come un tentativo di mettere sullo stesso piano la pedofilia con l'appartenenza alla comunità Lgbt+.

Omosessualità censurata per gli under 18

In particolare, la legge vieta di “mettere a disposizione dei minori un contenuto che presenta qualsiasi rappresentazione della sessualità fine a se stessa, qualsiasi deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, cambio di sesso o promozione dell’omosessualità”. Una norma che si traduce, di fatto, in un divieto per ogni cittadino maggiorenne di presentare a un under 18 i temi legati all’amore diverso da quello tra un uomo e una donna. Vengono fissati chiari paletti sull’educazione sessuale a scuola, con riferimenti a una norma costituzionale, introdotta dallo stesso governo di Orban, nella quale si mette nero su bianco che “il padre sarà uomo e la madre sarà donna”. Le attività in classe, dunque, “non possono mirare a promuovere la deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, il cambio di sesso o l’omosessualità”. Vengono infine applicate restrizioni anche alla pubblicità con contenuti Lgbt, e qualsiasi pubblicità quando questa “ritrae la sessualità come fine a se stessa, o ritrae o promuove la deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso alla nascita, il cambio di sesso o l’omosessualità”.

I quesiti

Di qui la consultazione referendaria che metterà i cittadini ungheresi di fronte ai seguenti quesiti: 1. Ritieni che i bambini debbano incontrare contenuti educativi sessuali che mostrano diversi orientamenti sessuali senza il consenso dei genitori? 2. Ritieni che le procedure per il cambio di sesso siano promosse tra i bambini? 3. Ritieni che tali procedure siano rese disponibili per i bambini? 4. Ritieni che i programmi sui media che influenzano lo sviluppo dei bambini siano trasmessi senza restrizioni? 5. Ritieni che i programmi sui media che contemplano il cambiamento di sesso siano disponibili per i bambini? Il governo di Budapest non ha reso nota la data della consultazione, ma è presumibile che avverrà prima delle elezioni politiche previste in aprile 2022 e nelle quali Orban si presenterà come il difensore dell’identità nazionale e religiosa del Paese.

La reazione dell'opposizione

“La strategia di Orban è quella di deviare dallo scandalo Pegasus sullo spionaggio, sul quale non ha ancora detto una parola”, è stato il commento a caldo di Katalin Cseh, eurodeputata ungherese del gruppo centrista e liberale Renew Europe. L’esponente dell’opposizione si riferisce all’inchiesta giornalistica portata avanti da diverse testate internazionali che ha messo a nudo lo spionaggio messo in atto da alcuni governi - tra i quali c’è anche quello dell’Ungheria - a danno di giornalisti, attivisti dei diritti umani, oppositori politici e persino rappresentanti di altri governi. Secondo Cseh, Orban “aumenta il clima di odio contro le persone Lgbtq” per questioni interne e “questa volta lo fa con un referendum nazionale”. Parole che segnano il livello dello scontro interno all’Ungheria ormai elevato a livello europeo.

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