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Mercoledì, 27 Marzo 2024
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Dal "talebano" al "cacciatore sessista", ecco i nuovi eurodeputati italiani

Erano rimasti in stand-by in attesa della Brexit e in questi giorni hanno debuttato a Strasburgo: 3 sono stati eletti in Italia, 1 in Francia. Chi sono gli ultimi arrivati al Parlamento Ue

C'è il giovane "talebano" sovranista, che propugna una democrazia delle élite al posto di quella rappresentativa. E c'è il politico di lungo corso, balzato agli onori della cronaca di recente per le sue posizioni sulla caccia e un post, considerato sessista, nei cofronti delle donne vegane. Senza dimenticare lo "straniero", eletto in Francia con il partito del presidente Emmanuel Macron dopo anni al governo con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Sono i nuovi 4 eurodeputati italiani che in questi giorni hanno debuttato a Strasburgo grazie all'addio del Regno Unito e dei suoi parlamentari all'Ue. 

Sofo, il "talebano"

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Il più giovane della pattuglia di new entry è Vincenzo Sofo, classe 1986, milanese con genitori calabresi, un passato nella Destra di Storace e oggi tra i fedelissimi della svolta sovranista della Lega di Matteo Salvini. Per lui, si tratta del primo ruolo istituzionale, dopo una 'gavetta' da blogger e animatore del think tank "Il Talebano"E' proprio in questa veste che scala le gerarchie del Carroccio apportando il suo contributo ideologico, in linea con la svolta sovranista di Salvini. Tra i punti chiavi del Sofo-pensiero ci sono la lotta contro "il progresso economico e sociale degli ultimi venti anni che ha portato alla disgregazione dei popoli e alla morte dello spirito comunitario e sociale", "porre la famiglia, primo fulcro del sistema comunitario al centro della società", "opporsi alla globalizzazione in ogni sua forma conosciuta" e "dichiarare fallita la democrazia rappresentativa dei partiti e dei sindacati, lanciando la sfida per una democrazia delle élite". Nel 2017 è balzato agli onori delle cronache francesi per il suo legame con Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, l'alleata di ferro di Salvini al Parlamento europeo. 

Gozi, il francese

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Restando in tema Francia, come non annoverare tra le new entry tricolore Sandro Gozi, ex sottosegretario in quota Pd dei governi Renzi e Gentiloni, passato tra le fila di En Marche, il movimento politico di Macron, ed eletto proprio grazie alla decisione del capo dell'Eliseo di allargare le candidature alle Europee ad esponenti politici di altri Paesi. E cosi', dopo una liason giovanile con il Movimento sociale italiano, una carriera diplomatica che lo ha portato al segretariato della Commissione europea al fianco di Romano Prodi, un decennio da deputato dem della Camera condito dalla nomina a sottosegretario di Palazzo  Chigi, Gozi è riuscito nell'impresa di farsi eleggere in terra straniera. Cambiando anche collocazione politica, almeno in Europa, visto che il Pd a Strasburgo fa parte dei Socialisti e Democratici, mentre En Marche è con i liberali di Renew Europe. Di recente, è stato al centro delle polemiche per via dei suoi incarichi da consulente per ben due premier, quello francese Edouard Philippe e quello maltese Joseph Muscat, travolto dallo scandalo per l'assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia.

Berlato, il cacciatore

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Altro politico di lungo corso è Sergio Berlato, esponente di Fratelli d'Italia con un passato in Alleanza nazionale e in Forza Italia. Per lui si tratta della quarta legislatura da eurodeputato. Vicentino, classe 1959, Berlato è entrato per la prima volta a Strasburgo nel 1999, venendo confermato nelle due successive tornate europee (2004 e 2009). Nel 2014, Forza Italia lo esclude dalla corsa alle europee, una decisione che lui attribuisce alla svolta animalista di Silvio Berlusconi: Berlato, infatti, è un appassionato di caccia e da consigliere regionale in Veneto ha fatto approvare una legge, poi rimossa, che prevedeva multe pesanti per gli animalisti che 'disturbano' i cacciatori. Di recente, ha suscitato non poche polemiche un suo post, considerato sessista, in cui se la prendeva con le "signorine animaliste e vegane" che criticavano la decisione della Regione di assegnare un contributo da 70mila euro a un'associazione di cacciatori a lui vicina. Per la cronaca, il post, contenente una vignetta di dubbio gusto, è stata rimossa. 

De Meo, l'ex sindaco di Fondi

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A chiudere la pattuglia di new entry a Strasburgo c'è il forzista Salvatore De Meo. Ex sindaco di Fondi, De Meo ha alle spalle una lunga e ininterrotta militanza berlusconiana. Nel 2015, è stato nominato dal governo come membro del Comitato europeo delle regioni. Un incarico che adesso potrà tornargli utile al Parlamento Ue. 

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