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Venerdì, 19 Aprile 2024
Energia

Il Nord Stream riparte: sventato il rischio di una crisi del gas in Europa (per ora)

La manutenzione straordinaria del gasdotto che collega Russia e Germania è stata completata e i flussi sono al 40%. Berlino temeva ritardi nella riapertura, se non uno stop di lunga durata

Il piano di emergenza della Commissione Ue per razionare il gas in caso di tagli delle forniture dalla Russia per ora può attendere: lungo il Nord Stream, il gasdotto che collega i giacimenti russi alla Germania, il gas è tornato a scorrere dopo i 10 giorni di manutenzione straordinaria. Berlino, e l'intera Europa, temevano che con la scusa dei lavori, programmati da tempo, il Cremlino avrebbe interrotto i flussi per un periodo di tempo più lungo, con conseguenze pesanti per l'approvvigionamento dei Paesi Ue in vista dell'inverno. Rischio che, per ora, sembra scampato. 

Servirà comunque del tempo prima che il gasdotto sia operativo a pieno regime e gli attuali volumi di gas, 67 milioni di metri cubi al giorno, equivalgono all'incirca al 40% della sua capacità, come ha chiarito l'operatore di rete tedesco, Gascade. Si tratta in ogni caso dello stesso livello pre-manutenzione. Anche da Eni arrivano buone notizie: la società ha comunicato che il colosso energetico russo Gazprom (lo stesso che gestisce il Nord Stream) consegnerà oggi gas per 36 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 21 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi. Si attende invece la manutenzione di un'altra parte fondamentale del gasdotto, una turbina che alimenta le stazioni di compressione, attualmente in viaggio verso la Russia dopo la sua manutenzione in Canada, negli stabilimenti del gruppo tedesco Siemens.

Il Nord Stream trasporta il gas dalla Siberia alla Germania settentrionale dove viene poi esportato in diveri Paesi europei e veicola circa un terzo dei 153 miliardi di metri cubi di gas acquistati annualmente dall'Europa, scrive l'Agi. Chiudere i flussi lungo questo gasdotto avrebbe forti ripercussioni sulla Germania e, a cascata, su altri Paesi Ue. Se poi la Russia dovesse interrompere tutte le sue forniture all'Europa, comprese quelle che portano all'Italia via Austria, il rischio di una recessione per l'Ue sarebbe inevitabile già quest'anno, ha segnalato la Commissione europea.  

Secondo uno studio dell'Agenzia internazione dell'energia, senza gas russo, l'Ue non avrebbe scorte a sufficienza per prepararsi al prossimo inverno, e dovrebbe fare affidamento su un notevole taglio dei consumi energetici, visto che le forniture alternative a oggi individuate non riuscirebbero a coprire gli eventuali ammanchi, almeno nel breve termine. Per questo, Bruxelles ha proposto ieri agli Stati membri di ridurre i consumi energetici del 15% a partire da agosto e fino alla fine del marzo 2023. I risparmi, è la raccomandazione della Commissione, dovrebbero riguardare l'industria più energivora, e a seguire le altre imprese, edifici pubblici e commerciali, mentre famiglie e servizi essenziali come la sanità dovrebbero venire tutelati. La proposta, però, ha già trovato l'opposizione di Spagna e Portogallo.

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