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Sabato, 20 Aprile 2024
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No definitivo dell’Ue allo stop dei brevetti sui vaccini: “Da Usa solo dichiarazioni e nessuna proposta”

Nella lettera di Bruxelles al Wto si richiama al “valore della proprietà intellettuale” che ha dimostrato, anche durante la pandemia, di saper creare “incentivi e premi necessari per ricerca e innovazione”

Il sostegno di Joe Biden alla sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid aveva fatto ben sperare i tanti che, anche in Europa, vogliono impedire alle multinazionali del farmaco di fare profitti sulla campagna di immunizzazione, soprattutto nei Paesi a basso reddito. Nelle prime ore successive alla fuga in avanti di Washington era arrivato l’aperto sostegno di tanti leader europei, a partire da Mario Draghi e Emmanuel Macron, all’idea arrivata da oltreoceano (ma, in realtà, precedentemente proposta da India e Sudafrica). Persino la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che nei dibattiti precedenti aveva bocciato la sospensione dei diritti di proprietà intellettuale, si era detta “disponibile a parlare” dell’idea statunitense. Ma a meno di un mese dall’intervento della Casa Bianca, l’Unione europea è tornata alle sue posizioni originarie, che non contemplano alcuno stop temporaneo ai brevetti sui vaccini. 

Bruxelles dice no a Washington

Nella proposta formale indirizzata al Wto diffusa oggi dalla Commissione europea non vi è infatti alcun riferimento alla sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini richiesta dagli Usa nel contesto pandemico. “L'Ue - si legge in un passaggio del documento - è stata coinvolta nelle discussioni sulla proposta di una deroga temporanea ai diritti di proprietà intellettuale per i prodotti sanitari contro il Covid-19”. Tuttavia, "il rapido sviluppo di diversi vaccini sicuri ed efficaci ha mostrato il valore della proprietà intellettuale, in termini di incentivi e premi necessari per la ricerca e l’innovazione”. Una precisazione che annuncia il ‘no’ definitivo di Bruxelles alla sospensione generalizzata dei brevetti ipotizzata dal presidente Usa. Anzi, “il ruolo della proprietà intellettuale continuerà ad essere essenziale”, si mette nero su bianco nella proposta. 

La licenza obbligatoria

L’Ue riconosce che “laddove la cooperazione volontaria” tra aziende e Governi "fallisce, le licenze obbligatorie, in base alle quali un Governo concede una licenza mirata che consente a un produttore di realizzare un vaccino senza il consenso del titolare del brevetto, sono uno strumento legittimo nel contesto di una pandemia”. Ciononostante, Bruxelles si appella alle regole esistenti che - a detta della Commissione - permetterebbero già da ora l’uso della cosiddetta licenza obbligatoria, che - in altre parole - permette ad aziende che non hanno sviluppato il vaccino di produrlo senza il permesso della casa farmaceutica ‘madre’. Da Bruxelles arriva insomma un invito al Wto di “facilitare” le regole già in campo senza intervenire direttamente sulla disciplina che tutela la proprietà intellettuale. 

Nessuna proposta formale dagli Usa

Una mossa, quella dell’Europa, che può essere letta come una risposta all’amministrazione Usa, la quale non ha ancora formulato alcuna proposta formale da presentare al tavolo del Wto. “Da parte degli Stati Uniti - ha detto un alto funzionario Ue - temo che l'unica cosa sul tavolo sia una dichiarazione molto generale”. La fonte Ue si è riferita al comunicato piombato nelle cancellerie europee nella notte del 5 maggio e con il quale le autorità statunitensi si dicevano “pronte a supportare alcune deroghe mirate (ai diritti di proprieta' intellettuale, ndr) per i vaccini”. Tuttavia, dalla Casa Bianca “non hanno mai effettivamente chiarito cosa significhi e a cosa si applicherebbe esattamente tale deroga”, ha aggiunto il funzionario al corrente della discussione tra l’Ue e gli Usa che è seguita al comunicato. “Per il momento, francamente, in nessuna delle discussioni che abbiamo avuto a Ginevra o con gli Stati Uniti abbiamo ricevuto alcuna indicazione su cosa esattamente sostengano gli Usa”, ha concluso il funzionario Ue. Una dimostrazione delle distanze tra le due sponde dell’Atlantico su un tema cruciale come quello della distribuzione delle dosi.

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