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Sabato, 20 Aprile 2024
Scandinavia

"No a Little Italy e Chinatown": in Svezia il governo contro i quartieri 'non nordici’

La premier socialdemocratica difende l’idea di limitare la quota di stranieri in ogni zona per non creare ghetti. La mossa in vista delle elezioni per evitare la vittoria del partito alleato di Meloni

Le comunità di stranieri devono integrarsi nella società svedese anziché chiudersi in quartieri ‘etnici’ dove vivono solo i ‘non nordici’. Questa la linea del governo di centrosinistra della Svezia guidato dalla socialdemocratica Magdalena Andersson, che si è vista costretta nelle ultime ore a correggere il tiro delle dichiarazioni del suo ministro all’Integrazione, il quale aveva indicato una strada ancora più intransigente contro i quartieri-ghetto, proponendo addirittura una quota massima di residenti ‘non nordici’ per ogni zona urbana. 

Il ministro dell’Integrazione, Anders Ygeman, aveva infatti proposto di limitare al 50% la quota di residenti stranieri e provenienti da Paesi non scandinavi in ogni quartiere. Queste parole avevano suscitato forti critiche dagli altri partiti di sinistra e di centro. Di qui l’intervento della premier che, pur lodando il concetto espresso da Ygeman, ha espresso dubbi sul tema delle quote. 

“Non vogliamo Chinatown in Svezia, neanche Somalitown o Little Italy”, ha detto la prima ministra, sostenendo che preferisce "una società in cui persone con bagagli culturali, esperienze e redditi diversi vivono insieme e si incontrano”. Tuttavia, “non possiamo trasferire forzatamente le persone. E non è qualcosa che Ygeman ha proposto. Ma vogliamo vedere aree più miste e vogliamo che lo svedese sia la lingua naturale in tutta la Svezia", ​​ha aggiunto la premier in un’intervista a un quotidiano locale.

Lo stop alla ghettizzazione degli stranieri non è un tema inedito per i Paesi scandinavi. In passato il dibattito sulle quote etniche ha creato forti reazioni in Danimarca, dove nel 2018 è stata approvata la legge "anti-ghetto" con l'obiettivo che entro il 2030 nessuna zona residenziale danese dovrà avere più del 30% di residenti "non occidentali". La scelta di Copenaghen ha già portato allo sgombero forzato di diversi residenti nei quartieri dove in precedenza si erano concentrate le comunità di stranieri, andando a colpire anche persone che hanno vissuto in Danimarca per la maggior parte della loro vita.

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Il dibattito sui quartieri ‘non nordici’ ora si è spostato in Svezia in vista delle elezioni di settembre, un’occasione alla quale i socialdemocratici si stanno preparando alzando l’asticella dell’intransigenza nei confronti degli stranieri e rafforzando la loro posizione sulle questioni dell’integrazione. Secondo diversi osservatori, il centrosinistra svedese vuole fermare la crescita dell'estrema destra dei Democratici Svedesi, alleati in Parlamento europeo con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Secondo gli ultimi sondaggi, i socialdemocratici si attestano al 27,8%, seguiti dai Democratici Svedesi al 21,5%. Di qui la scelta strategica della premier di appropriarsi dei tradizionali cavalli di battaglia della destra per non lasciare spazio all’opposizione.

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