Il Niger sospeso dall'Unione africana: si ripristini l'ordine costituzionale
L'organizzazione ha chiesto a tutti i suoi membri di non legittimare in alcun modo il regime golpista, ma ha espresso perplessità sull'opportunità di un intervento militare
L'Unione Africana ha deciso di sospendere il Niger come conseguenza del colpo di Stato militare dello scorso 26 luglio, e ha chiesto a tutti i suoi membri di evitare qualsiasi azione che possa legittimare la giunta golpista "fino all'effettivo ripristino dell'ordine costituzionale nel Paese". L'Ua ha però espresso riserve su un possibile intervento militare delle nazioni dell'Africa occidentale. In una comunicato il Consiglio di pace e sicurezza (Cps) dell'istituzione ha detto di "prendere atto della decisione dell'Ecowas", l'organizzazione regionale dell'Africa occidentale, "di dispiegare una forza" in Niger e chiede alla Commissione dell'Ua di "intraprendere una valutazione delle implicazioni economiche, sociali e di sicurezza" di tale dispiegamento.
Il colpo di Stato del mese scorso ha messo in allarme gli alleati occidentali e gli Stati africani democratici, che temono che possa consentire ai gruppi islamisti attivi nella regione del Sahel di espandere il proprio raggio d'azione e dare alla Russia un punto d'appoggio per aumentare la propria influenza. L'Ecowas ha cercato di negoziare con la giunta golpista, ma si è detta pronta a inviare truppe in Niger per ripristinare l'ordine costituzionale se gli sforzi diplomatici dovessero fallire. Nella sua risoluzione ora il Consiglio di pace e sicurezza dell'Ue ha ribadito l'invito ai leader del colpo di Stato a rilasciare immediatamente il presidente eletto Mohamed Bazoum, detenuto dal momento del colpo di Stato, e di tornare nelle loro caserme.
Le opzioni sul tavolo per porre fine al golpe in Niger
I golpisti, guidati dal generale Abdourahamane Tchiani, hanno imprigionato Bazoum e sciolto il governo eletto il 26 luglio, in quello che è stato il settimo colpo di Stato in Africa occidentale e centrale in tre anni, un'azione che ha sollevato lo spettro di ulteriori disordini in una regione povera del continente, già alle prese con un'insurrezione islamista. I leader del colpo di Stato hanno finora resistito alle pressioni per dimettersi e hanno proposto un calendario di tre anni per organizzare delle elezioni, un piano che l'Ecowas ha dichiarato ieri di aver respinto in toto. L'Ua ha inoltre dichiarato di respingere con forza qualsiasi interferenza esterna nella situazione da parte di qualsiasi attore o Paese al di fuori dell'Africa, compreso l'impegno di compagnie militari private, con un riferimento anche al gruppo mercenario russo Wagner, attivo nel vicino Mali.
Venerdì, dopo una riunione dei capi di stato maggiore dell'Africa occidentale nella capitale ghanese Accra, il commissario per gli affari politici, la pace e la sicurezza dell'organizzazione regionale Abdel-Fatau Musah ha indicato che "il giorno dell'intervento" era stato fissato, così come "gli obiettivi strategici, l'equipaggiamento necessario e l'impegno degli Stati membri". "Se un'aggressione dovesse essere intrapresa contro di noi, non sarebbe una passeggiata come alcuni pensano", ha risposto sabato il nuovo uomo forte del Niger, il generale Tiani. Molti Paesi, guidati dagli Stati Uniti, hanno chiesto una risoluzione pacifica della crisi.
Le truppe statunitensi, francesi, tedesche e italiane sono di stanza in Niger come parte della lotta contro la lunga insurrezione islamista di militanti locali di al-Qaeda e dello Stato Islamico che hanno ucciso migliaia di persone e sfollato milioni di persone in tutta la regione del Sahel. Il Paese, che confina con Algeria e Libia, è anche un alleato chiave dell'Unione europea nella lotta contro l'immigrazione irregolare dall'Africa subsahariana, essendo snodo dei flussi che, in particolare dalla Nigeria, lo attraversano per andare in Algeria e Libia con la speranza di partire alla volta dell'Europa.
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