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Giovedì, 25 Aprile 2024
La proposta / Regno Unito

Niente asilo per chi arriva sui barconi: il piano del Regno Unito

Il premier Sunak: "Chi arriva qua illegalmente non potrà più restare". La proposta di legge per fermare il boom di immigrazione clandestina dopo la Brexit

Niente diritto all'asilo per chi arriva nel Regno Unito a bordo di un barcone. Ma anche divieto a vita di ingresso nel Paese, anche legalmente, per i migranti che almeno una volta hanno tentato, con il supporto o meno dei trafficanti, di attraversare la Manica partendo dalle coste del Nord Europa. Sono questi due dei punti più controversi del piano che il governo del primo ministro britannico Rishi Sunak dovrebbe presentare questa settimana per rispondere al boom di immigrati clandestini che raggiungono il Regno Unito via mare. Un fenomeno esploso soprattutto dopo la Brexit.

I dettagli del disegno di legge, che dovrebbe essere presentato in parlamento il 7 marzo, non sono ancora noti. Ma sui media sono emersi ampi stralci della bozza, che prevederebbe l'espulsione immediata dei "clandestini" a prescindere se abbiano diritto o meno all'asilo. Per loro, verrebbe attuato un bando a vita da ogni futuro nuovo tentativo d'ingresso nel Regno Unito e divieto di richiedere un passaporto britannico per sempre. Il piano era stato lanciato l'anno scorso dall'ex premier Boris Johnson, ma il nuovo leader Sunak ha reso il testo ancora più severo.

L'ulteriore giro di vite mira a provare a rendere concreto l'impegno post Brexit di ridurre gli arrivi di migranti clandestini. Se prima dell'uscita dall'Ue, il flusso passava principalmente attraverso il tunnel della Manica (con migranti stipati dentro i camion), con la Brexit la strategia dei trafficanti si è avvicinata a quella dei "colleghi" del Mediterraneo: dalle coste di Francia e Belgio, sono sempre di più le piccole imbarcazioni che partono alla volta del Regno Unito. Secondo i dati del ministero dell’Interno britannico, nel 2022 oltre 45mila persone hanno raggiunto illegalmente il Paese, rispetto alle 28mila dell’anno precedente, mentre quest’anno sono già 3mila i migranti che hanno solcato il canale su piccole imbarcazioni.

Sunak ha evocato la necessità di un sistema più efficiente "di freno" per scoraggiare coloro i quali si affidano agli scafisti e alle gang criminali che "lucrano sul traffico di esseri umani". E per garantire in modo effettivo "il controllo dei confini" del Regno Unito. L'obiettivo è contrastare in primis "le piccole imbarcazioni" che attraversano il Canale sfidando il pericolo concreto di naufragi e tragedie. "Sia chiaro, chi arriva qua illegalmente non potrà più restare", ha tagliato corto.

Attualmente chiunque giunga nel Regno Unito ha diritto di ricevere asilo in base alla Convenzione europea sui diritti umani e alla Convenzione sui rifugiati delle Nazioni unite. Ma il governo vuole aggirare tali convenzioni inviando i richiedenti asilo giunti illegalmente in Paesi terzi sicuri. Nell'aprile scorso, il governo Johnson aveva raggiunto un accordo con il Ruanda: finanziamenti al Paese africano in cambio dell'accoglienza dei clandestini giunti nel Regno Unito. L'accordo non è stato finora messo in opera per via di una serie di ricorsi da parte delle ong, ma lo scorso dicembre l'Alta corte di Londra ha dato ragione all'esecutivo, stabilendo che la deportazione è in linea con le leggi britanniche. 

Il Consiglio per i rifugiati, la principale ong britannica del settore, si è espresso contro un tale scenario, accusando i ministri di aver infranto gli impegni presi dal Regno Unito con la firma e la ratifica delle convenzioni internazionali. Secondo il direttore generale del Consiglio, Enver Solomon, questo tipo di legislazione "imperfetta" non fermerà le piccole imbarcazioni e rischia di trasformare in criminali coloro che sono in fuga dalla guerra: "Tutto ciò è inattuabile e costoso", ha evidenziato Solomon ai microfoni della Bbc. "Questa legislazione non ridurrà le morti nella Manica, né il caos e l’incompetenza che caratterizzano il nostro sistema d’asilo", ha dichiarato Sonya Sceats, amministratrice delegata di Freedom from torture. Altre critiche sono arrivate dalla Croce rossa, secondo cui questi piani sono "estremamente preoccupanti". 

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