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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il rischio

Il mondo torna ad armarsi, in crescita il numero di testate nucleari

Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute dopo oltre 35 anni di costante riduzione, l'arsenale mondiale è di nuovo in aumento

L'arsenale nucleare mondiale è destinato a crescere in questo decennio. Dopo oltre 35 anni di costante riduzione, gli esperti avvertono che la tendenza iniziata con la fine della Guerra Fredda si invertirà nei prossimi anni. L'era del disarmo sta volgendo al termine, nonostante il numero di armi nucleari sia leggermente diminuito tra il gennaio 2021 e il gennaio 2022.

Secondo i dati forniti dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), a meno che le potenze nucleari non prendano provvedimenti immediati, i numeri potrebbero presto iniziare ad crescere. "Tutti gli Stati dotati di armi nucleari stanno aumentando o potenziando i loro arsenali e la maggior parte di essi sta intensificando la retorica nucleare e il ruolo che le armi nucleari svolgono nelle loro strategie militari", spiega Wilfred Wan, direttore del programma sulle armi di distruzione di massa del Sipri, aggiungendo che "si tratta di una tendenza molto preoccupante".

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All'inizio di questo anno, nel mondo vi erano circa circa 12.705 armi nucleari (contro le 3.080 dello scorso anno). di cui oltre il 90 per cento in mano a Russia (5.977) e Stati Uniti (5.428), seguite da Regno Unito (225), Francia (290), Cina (350), India (160), Pakistan (165), Israele (90) e Corea del Nord (20), una riduzione del 3 per cento rispetto allo scorso anno. È importante sottolineare che il numero esatto di armi nucleari detenute da ciascun Paese è un segreto nazionale, quindi, le analisi si basano su stime. 

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Lo studio osserva che la riduzione degli arsenali di Washington e Mosca è data dallo smantellamento di testate rimosse dall'uso militare anni fa.“Ci sono chiare indicazioni sul fatto che la fase di disarmo stia giungendo al termine", afferma Hans M. Kristense, membro associato senior del Programma Armi di Distruzione di Massa del Sipri e direttore del Progetto di Informazione Nucleare (Fas). La Cina è nel mezzo di una sostanziale espansione del suo arsenale nucleare, che secondo le immagini satellitari comprende la costruzione di oltre 300 nuovi silos missilistici.

Nel 2021 il Regno Unito ha annunciato la decisione di aumentare il limite massimo del suo stock di testate nucleari, invertendo decenni di politiche di disarmo graduale. Pur criticando la Cina e la Russia per la mancanza di trasparenza nucleare, Londra ha anche annunciato che non divulgherà più pubblicamente le cifre relative allo stock di armi nucleari operative del Paese, alle testate e ai missili dispiegati. All'inizio del 2021 la Francia ha lanciato ufficialmente un programma per lo sviluppo di un sottomarino a propulsione nucleare con missili balistici (Ssbn) di terza generazione. L'India e il Pakistan sembrano espandere i loro arsenali ed entrambi i Paesi hanno introdotto e continuato a sviluppare nuovi tipi di sistemi di lancio.

Si ritiene che anche Israele, che non ammette pubblicamente di possedere armi nucleari, stia modernizzando il proprio arsenale nucleare. La Corea del Nord continua a dare priorità al suo programma atomico militare come elemento centrale della sua strategia di sicurezza nazionale. Sebbene Pyongyang non abbia condotto esplosioni di test nucleari o test di missili balistici a lungo raggio nel corso del 2021, il Sipri stima che il Paese abbia assemblato fino a 20 testate e possieda materiale fissile sufficiente per un totale di 45-55 di queste.

Nel corso del 2021, i membri permanenti (P5) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dotati di armi nucleari - Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti - hanno lavorato a una dichiarazione congiunta, rilasciata il 3 gennaio 2022, in cui affermano che "la guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta". Hanno inoltre riaffermato il loro impegno a rispettare gli accordi e gli impegni in materia di non proliferazione, disarmo e controllo degli armamenti, nonché gli obblighi derivanti dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968, e a perseguire l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari. Ciononostante, tutti i membri dei P5 continuano ad espandere o modernizzare i loro arsenali nucleari e sembrano aumentare la rilevanza delle armi nucleari nelle loro strategie militari. La Russia ha persino minacciato apertamente il possibile uso di armi nucleari nel contesto della guerra in Ucraina.

I colloqui bilaterali di stabilità strategica tra Russia e Stati Uniti si sono arenati a causa della guerra e nessuno degli altri Stati dotati di armi nucleari sta portando avanti i negoziati sul controllo degli armamenti. Inoltre, i membri del P5 si sono opposti al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e i negoziati sull’accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa) non hanno ancora raggiunto una risoluzione. Sebbene nell'ultimo anno si siano registrati alcuni progressi significativi sia nel controllo degli armamenti nucleari che nel disarmo nucleare, il rischio di utilizzo delle armi nucleari sembra ora più alto che in qualsiasi altro momento dall'apice della guerra fredda", ha dichiarato il direttore del Sipri Dan Smith.

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