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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Missile su 4 bimbi che giocavano in spiaggia a Gaza fu "tragico errore", caso chiuso

La decisione della Corte suprema israeliana dopo la richiesta di nuove indagini da parte di tre organizzazioni per i diritti umani

La Corte suprema israeliana ha rigettato la richiesta di riaprire l’indagine sulla morte di quattro bambini palestinesi uccisi nel 2014 da un attacco aereo israeliano mentre giocavano su una spiaggia nella Striscia di Gaza. La decisione dei giudici ha confermato le precedenti versioni delle indagini condotte dai militari israeliani e dalle autorità al termine delle quali si era stabilito che il bombardamento era stato “un tragico errore”.

A perdere la vita furono quattro cugini, tutti di età compresa tra i 10 e gli 11 anni, appartenenti alla famiglia palestinese Bakr. I bambini stavano giocando a calcio in spiaggia quando vennero uccisi dalle forze israeliane. Il bombardamento si verificò nel contesto dell'Operazione denominata “Margine di protezione”, dell'agosto 2014, e in cui le vittime a Gaza furono oltre duemila, tra cui dai 495 ai 578 bambini. Da parte israeliana morirono 66 soldati e 5 civili.

La morte dei quattro bambini sulla spiaggia - ha ricordato ieri l’agenzia Associated Press - ha attirato un'ampia attenzione internazionale, in parte perché molti giornalisti stranieri che soggiornavano negli hotel vicini hanno assistito all'accaduto. Le riprese mostrarono i bambini che scappavano disperatamente mentre un missile cadeva sulla spiaggia. Poi i ragazzi caddero a terra, uno dopo l'altro.

“Con tutto il dolore e la tristezza per il tragico e difficile esito dell'evento in questa petizione, non si è riscontrato che i firmatari abbiano indicato un difetto nella decisione del procuratore generale”, si afferma nella decisione dei giudici in risposta alla richiesta di riapertura del caso. Una scelta approvata da entrambi i magistrati chiamati ad esprimersi. 

L'appello alla Corte Suprema è stato presentato da tre organizzazioni, due israeliane e una palestinese, che speravano che i giudici aprissero un'indagine penale sull’accaduto. In una dichiarazione congiunta, i tre gruppi hanno affermato che la decisione di domenica “è un'ulteriore prova che Israele non è in grado e non è disposto a indagare e perseguire soldati e comandanti per crimini di guerra contro i civili palestinesi”.

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