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Sabato, 20 Aprile 2024
Migranti

Il ministro figlio di un rifugiato accusato di violare i diritti dei richiedenti asilo

I giudici belgi puntano il dito contro “la pratica deliberata, concertata e persistente di non concedere il diritto di accoglienza”

Sammy Mahdi, ministro belga per l’Asilo e la migrazione nonché figlio di un rifugiato iracheno, è finito sotto accusa per aver violato consapevolmente il diritto all'accoglienza dei richiedenti asilo. Secondo il quotidiano fiammingo De Standaard, l'agenzia federale Fedasil, incaricata di accogliere i migranti che chiedono lo status di rifugiato, negli ultimi due anni ha accumulato centinaia di condanne in sede giudiziaria per non aver concesso l’asilo a persone che avevano tutto il diritto di ricevere la protezione internazionale. 

“Pare che la Fedasil abbia messo in atto una pratica deliberata, concertata e persistente di non concedere il diritto di accoglienza ai richiedenti protezione”, si legge in un'ordinanza emessa dal tribunale del lavoro di Bruxelles. Inizialmente attribuita alla pandemia, questa mancata osservanza del diritto dell'Ue in materia di richiedenti asilo è stata più recentemente giustificata dall'eccessiva saturazione della rete di accoglienza del Belgio, che sarebbe stata sopraffatta dal numero crescente di rifugiati provenienti dall’Afghanistan e altri Paesi.

La ministra di Londra si rifiuta di aiutare i figli dei rifugiati (come lei)

Eppure, secondo i magistrati belgi, nessuna di queste scuse è più accettabile e un giudice ha persino sostenuto di sospettare che Fedasil abbia volontariamente ignorato le regole internazionali sul diritto d’asilo. "Questa pratica sembra essere deliberata, ben ponderata e organizzata dal ministro per l'Asilo e la migrazione", ha scritto il giudice, citando come prova una lettera inviata da Mahdi all'Ordine degli avvocati belgi. Nel documento Mahdi ha spiegato che il diritto di chiedere protezione internazionale è rispettato, ma che è stato istituito un sistema di priorità per offrire un posto ai più vulnerabili, quindi ritardando domande ritenute meno urgenti. Attualmente, oltre 20mila persone sono in attesa di una decisione sulla loro domanda di asilo in Belgio.

Il caso di Mahdi, ministro figlio di un rifugiato finito sotto accusa per il trattamento riservato ai richiedenti asilo, per certi aspetti ricorda quello dell’omologa britannica Priti Patel, lei stessa figlia di richiedenti asilo accolti dal Regno Unito negli anni Sessanta. Patel negli ultimi mesi è diventata il volto della linea dura sull’immigrazione adottata dal governo di Londra, che recentemente ha concluso un accordo sul trasferimento forzoso in Rwanda dei migranti irregolari.

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