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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Siria, dalla Germania all'Austria l'Europa volta le spalle ai profughi: "Non li accoglieremo"

Berlino e Vienna chiudono le porte ai migranti in fuga dalla Turchia. Onu: "Sospendere l'accoglienza delle richieste di asilo va contro il diritto internazionale"

In piena emergenza coronavirus, l'Europa non sembra intenzionata a far fronte a una nuova crisi dei migranti, quella che sta scoppiando al confine tra la Turchia e la Grecia dopo che il governo di Ankara ha deciso di venire meno agli impegni con l'Ue e lasciar passare, tra gli altri, decine di migliaia di richiedenti asilo in fuga dalla Siria. Sia la Germania, sia l'Austria hanno già detto no a una riedizione del 2015, quando l'Ue decise di dare accoglienza ai profughi. E Atene ha annunciato che sospenderà le richieste d'asilo, facendo infuriare l'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati.

"L'Austria fermerà tutti i migranti che tentano di attraversare i suoi confini se le misure per fermarli in Grecia e attraverso i Balcani falliranno", ha annunciato il ministro degli Interni di Vienna, Karl Nehammer, il quale ha poi sottolineato con favore i 'muri' che Ungheria e Croazia hanno detto di elevare lungo la rotta che dalla Grecia, via Balcani, porta al resto d'Europa. Il governo austriaco non è nuovo a posizioni di questo tipo, ma l'alleanza del premier conservatore Sebastian Kurz con i progressisti verdi sembrava poter ammorbidire i toni anti-immigrazione. 

A dare sostegno a Vienna ci ha pensato stavolta la Germania, che nel 2015 fu centrale nello sbloccare la risposta Ue alla crisi dei migranti.  "I turchi fanno sapere ai migranti e ai profughi che la strada per l'Europa è aperta, ma non è vero", ha dichiarato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, parlando della "sconcertante situazione ai confini esterni dell'Unione europea con la Turchia, sia alle frontiere di terra che in mare". "Rimane valido", ha aggiunto il portavoce, quanto ha già dichiarato la cancelliera Angela Merkel: l'apertura dei confini tedeschi ai profughi siriani dell'estate del 2015 non sarà ripetuta.

Posizioni che hanno favorito la decisione della Grecia di respingere con la forza gli arrivi dalla Turchia e di sospendere le richieste d'asilo. Una scelta duramente criticata dall'Unhcr: "Le autorità dei Paesi europei non devono aumentare le sofferenze dei migranti che si stanno dirigendo verso la Ue dalla Turchia e devono evitare un uso eccessivo o sproporzionato della forza", ha dichiarato l'agenzia Onu per i rifugiati, che ha inoltre ricordatio che sospendere l'accoglienza delle richieste di asilo va contro non solo il diritto Onu, ma anche quello della stessa Ue. 

Ma l'Ue al momento sembra più impegnata a risolvere il braccio di ferro diplomatico con la Turchia che a pensare alla sorte dei siriani in fuga dalla guerra. L'agenzia europea di frontiera, Frontex, ha annunciato che avvierà un intervento rapido alle frontiere marittime della Grecia, nell'Egeo, in modo da chiudere anche questa rotta, oltre quella di terra. Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen si è limitata a dichiarare che "la sfida che la Grecia ha di fronte è una sfida europea". Peccato che a questa sfida l'unica risposta che i governi Ue sembrano intenzionati a dare sia quella di elevare muri. In barba ai morti in Siria e al confine con la Grecia. 

Le speranze che questa crisi possa rientrare sono poche. Il presidente turco Recep Erdogan non intende mollare la sua principale arma di ricatto con l'Europa, i migranti per l'appunto. La decisione di aprire la rotta verso la Grecia, sospesa a suon di miliardi Ue dopo la crisi di quattro anni fa, è arrivata dopo che un attacco aereo ha ucciso 33 soldati turchi in Siria, dove l'esercito di Ankara è impegnato in uno scontro con le forze legate al governo di Damasco e sostenute dalla Russia. Secondo Erdogan, l'Ue non starebbe appoggiando la Turchia in questo scontro, favorendo cosi' Mosca. 

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