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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Migranti, Strasburgo all'Italia: "Codice condotta va rivisto, ong vanno coinvolte nella lotta ai trafficanti"

Il Consiglio d'Europa riconosce gli sforzi sui centri d’accoglienza (dei precedenti governi), ma chiede maggiore protezione per minori e vittime di tratta

Prende di mira il Codice di condotta per le Ong che si dedicano al salvataggio dei migranti in mare l’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa sulla tratta degli esseri umani in Italia. L’istituzione che, è sempre meglio ricordarlo, non fa parte dell’Unione europea, nel suo dettagliato rapporto ripercorre gli ultimi sviluppi del contrasto alla tratta dei migranti e allo sfruttamento degli stessi nel nostro Paese. 

Tra le varie raccomandazioni, il rapporto chiede all’Italia di “costruire partenariati strategici con le ong e i sindacati, coinvolgendoli nelle attività anti-tratta”. “Il Codice di condotta per le ong impegnate nel salvataggio dei migranti in mare”, precisa il Consiglio d’Europa, “dovrebbe essere rivisto, per consentire l’identificazione delle vittime di tratta tra i migranti e i rifugiati a bordo e all’arrivo in porto”.   

I dati della tratta

I membri del Greta, sigla del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, chiedono quindi all’Italia di fare di più sulla protezione dei minori non accompagnati e delle vittime di sfruttamento. Viene spiegato che in “nel 2016 ci sono state 1.172 vittime assistite, la cui gran parte sono donne (954, 81,4%), ma anche 206 uomini e 12 transgender”. “La maggior parte delle vittime assistite”, si legge, “sono state oggetto di sfruttamento sessuale (674 persone, pari al 57,5%), ma ci sono stati anche casi di sfruttamento lavorativo (92), criminalità forzata (37), accattonaggio forzato (15) , matrimonio forzato (1) e sfruttamento multiplo (72)”. 

L’Italia si conferma dunque “un Paese di destinazione per le vittime della tratta, nonché un Paese di transito verso altre destinazioni in Europa”. Il rapporto precisa che quasi il 60% delle vittime viene dalla Nigeria e che tra le persone assistite ci sono anche 111 bambini. Proprio sulla tutela di questi ultimi si concentra parte del rapporto, prendendo di mira la recente legislazione “che esclude i richiedenti asilo dall’accesso alle strutture di accoglienza” temendo che ciò “possa lasciare senza assistenza possibili vittime di tratta”. 

Le richieste all'Italia

Gli esperti sollecitano inoltre le autorità italiane “ad adottare misure per garantire che i reati di tratta siano investigati e perseguiti efficacemente”. Per fare ciò è necessario innanzitutto identificare le vittime, tema che va inevitabilmente a scontrarsi con le carenze d’organico tra gli Ispettorati del lavoro e forze dell’ordine. 

Il Consiglio d’Europa chiede infatti di “intensificare gli sforzi per identificare in modo proattivo le vittime di tratta, in particolare a scopo di sfruttamento lavorativo”. “Occorrerebbe a tal fine”, sottolinea il rapporto, “un rafforzamento dei meccanismi di ispezione del lavoro e una formazione supplementare degli ispettori del lavoro, del personale di altre agenzie ispettive, dei funzionari delle forze dell’ordine, dei pubblici ministeri e dei giudici”.

Si riconosce all’Italia di aver adottato un giusto “aumento dei finanziamenti assegnati ai progetti anti-tratta” e di aver messo su “un maggior numero di centri di accoglienza per minori non accompagnati”. Vengono giudicate positivamente anche “le modifiche al Codice penale e l’adozione di una legge mirante a rafforzare le tutele garantite ai minori non accompagnati, e in particolare ai minori vittime di tratta”.

Il rapporto evidenzia quindi luci e ombre nei meccanismi di protezione di minori non accompagnati e vittime di sfruttamento nel nostro Paese, ma con una chiara preoccupazione con riferimento ai recenti provvedimenti adottati dal Governo in carica e dal Codice di condotta sulle Ong che operano nel Mediterraneo, promosso dall’ex ministro dell’Interno Minniti.

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