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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Corsa contro il tempo

Dal Green Deal ai migranti, i temi caldi Ue dell'ultimo anno di legislatura

A giugno si torna alle urne per eleggere un nuovo Parlamento e formare un nuova Commissione, ma a Bruxelles sono diversi i provvedimenti legislativi che attendono la ratifica definitiva

L'Unione europea si sta avvicinando alla fine della sua legislatura e nei prossimi mesi sarà una corsa contro il tempo per provare ad approvare definitivamente i provvedimenti legislativi più importanti, prima che si ritorni alle urne. Con le elezioni europee previste per l'inizio di giugno 2024, il Parlamento europeo terrà la sua ultima sessione plenaria in aprile. I prossimi mesi saranno quindi cruciali per la Commissione di Ursula von der Leyen, per provare a mantenere i suoi impegni e per il Parlamento, insieme al Consiglio dell'Unione europea, per adottare le legislazioni che ritiene più importanti (o bloccare quelle sgradite). Finora più di un terzo delle iniziative annunciate è stato definitivamente adottato e quasi un altro terzo sta procedendo normalmente attraverso il processo legislativo. Molte direttive sono invece impantanate oppure oggetto di un feroce ostruzionismo da parte di alcuni gruppi politici in Aula o governo in Consiglio, che ne potrebbe impedire la ratifica finale.

I tempi dei tempi di adozione variano da una proposta all'altra. Negli ultimi mesi è stata adottata a tempo di record la proposta di regolamento che istituisce un'azione a sostegno della produzione di armi (Asap), per andare incontro alle esigenze dell'Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Presentata dalla Commissione il 3 maggio 2023, è stata varata definitivamente in tempi di record il 25 luglio. Altre procedure possono richiedere anni e circa il 5% del totale presentato dalla Commissione procede lentamente o è bloccato. Oggi la presidente della Commissione tiene quello che potrebbe essere il suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione, il discorso con cui ogni anno il capo dell'esecutivo delinea le priorità per i mesi a venire. Il condizionale è d'obbligo perché la popolare tedesca è accreditata per un nuovo mandato anche nella prossima legislatura. Ma vediamo quali sono i provvedimenti che potrebbero arrivare in dirittura d'arrivo nei prossimi mesi.

Green Deal e Ambiente

I provvedimenti che saranno senza dubbio al centro di un più forte scontro politico sono quelli legati all'ambiente. Il Green Deal è diventato già uno dei temi centrali della campagna elettorale, con i popolari che hanno deciso un riposizionamento e una scagliarsi contro diversi provvedimenti ecologisti, abiurando le posizioni di inizio legislatura per avvicinarsi a quelle della destra più radicale nel nome della sostenibilità economica. Per Maros Sefcovic, il commissario chiamato a sostituire lo zar del Green Deal, Frans Timmermans, che ha lasciato Bruxelles per candidarsi a premier bei Paesi Bassi, saranno mesi davvero complicati. A novembre ci saranno i triloghi, ovvero i negoziati finali tra Parlamento e Consiglio Ue per finalizzare un accordo definitivo su un provvedimento legislativo, su tre file piuttosto scottanti.

Il primo è quello che forse più di tutti ha fatto discutere in Italia, la cosiddetta direttiva sulle Case Green che punta ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici, che fa parte di un più ampio progetto di transizione ecologica dell'Unione europea. Si tratta di un provvedimento interno al Fit for 55, il programma di decarbonizzazione dell'Ue che punta a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55 per cento rispetto al 1990, entro il 2030. Secondo il testo approvato dalla Plenaria di Strasburgo a marzo, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre quelli occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche dal 2026. L'Italia di Giorgia Meloni proverà ad ammorbidire molto il testo, che è già stato moderato, mentre i deputati proveranno a chiedere maggiore sostegno pubblico alle opere per i cittadini.

Sempre a novembre inizieranno le trattative anche per la contestatissima Nature restauration law, il regolamento sul ripristino della natura, che imporrebbe agli Stati membri obiettivi vincolanti per il ripristino delle aree terrestri e marine danneggiate dall'inquinamento o dallo sfruttamento intensivo, al fine di preservare la biodiversità. Il testo è considerato fondamentale dagli ecologisti per salvare la natura del continente, ma le grandi aziende agricole lo contestano perché riduce le loro possibilità di utilizzo di terreni e pesticidi, e lo accusano di non essere economicamente sostenibile.

Più semplici dovrebbero essere le trattative sulla direttiva per la riduzione delle emissioni industriali, dopo che il Parlamento, con un blitz all'ultimo secondo, ha eliminato dal provvedimento gli allevamenti intensivi, cedendo alle pressioni del settore. Ancora in alto mare la direttiva sulla riduzione delle emissioni nel trasporto merci, che deve ancora ricevere la prima approvazione di Parlamento e Consiglio, e non può quindi andare ancora in trilogo. Proprio oggi è stata approvata in maniera definitiva dal parlamento la legislazione che chiede di portare la quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia dell'Ue ad almeno il 42,5% entro il 2030, con un invito ai Paesi membri di puntare al 45%. Manca solo il passaggio formale dell'ok del Consiglio.

Immigrazione

Altro file legislativo molto caldo, ma che con ogni probabilità dovrebbe essere approvato entro al fine della legislatura, è la riforma delle regole dell'asilo e dell'accoglienza dei migranti nel blocco. Un difficile accordo è Stato trovato in Consiglio Ue, con la sola opposizione di Polonia e Ungheria che sono stati messi all'angolo. Ora il Parlamento nelle trattative proverà a smussare gli angoli nei punti che ritiene più critici, come ad esempio la possibilità di espulsione dei migranti verso Paesi terzi ritenuti "sicuri" anche se non sono le loro nazioni di origine, e proverà a introdurre altre richieste come una missione di ricerca e salvataggio dell'Ue nel Mediterraneo, visti umanitari e più garanzie di una effettiva ricollocazione tra gli Stati membri, che i governi invece vogliono aggirare permettendo a chi non vuole accogliere di pagare una sorta di compensazione. Difficile però che i deputati si impuntino troppo nelle loro richieste, visto che una riforma delle regole di asilo per superare Dublino è attesa da troppi anni, e anche un compromesso imperfetto è ritenuto meglio di niente.

Intelligenza artificiale

Arriverà a breve in trilogo, e quindi forse a un'approvazione definitiva in questa legislatura, anche l'Artificial Intelligence Act, il regolamento comunitario che mira a creare un quadro normativo intorno alle nuove tecnologie come Chat Gpt e riconoscimento facciale, tecnologie che sempre più stanno entrando a far parte in maniera importante (e invasiva) delle nostre vite. I deputati chiedono di vietare tutti i sistemi di identificazione biometrica remota "in tempo reale" e "a posteriori" in spazi pubblici (tranne se c'è l'ok di un giudice), sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e di polizia predittiva, mentre i governi vogliono maggiori margini di manovra in nome della sicurezza. La discussione di preannuncia accesa.

Politiche economiche e industriali

Sono tre i principali provvedimenti di politiche economiche e industriali che saranno al centro delle trattative nei prossimi mesi, anche se nessuno di questi ha ancora raggiunto la fase finale dei triloghi, non è scontato quindi che la loro approvazione definitiva arrivi all'interno di questa legislatura. Il primo, che interessa molto il nostro Paese, che insieme ad altre sette nazioni sta mettendo in campo una forte opposizione, è il regolamento Euro 7, con nuovi limiti alle emissioni di auto e furgoni che dovrebbero entrare in vigore dal 2025. Il nostro Paese e gli altri contrari sostengono le ragioni dell'industria del settore che afferma che queste regole complicano solo la vita all'industria in maniera inutile, visto che comunque dal 2035 saranno comunque vietati tutti i motori a combustione, e il settore sta già investendo molto nella ricerca a questo scopo.

Una via di approvazione preferenziale dovrebbe avere poi il nuovo piano industriale della Commissione, con cui l'Europa intende rispondere all'Inflation Reduction Act (Ira) degli Stati Uniti. Si tratta di due provvedimenti legislativi molto corposi, il Net-Zero Industry Act e il Raw Materials Act. Si tratta di pacchetto di proposte, anticipato da una nuova normativa sugli aiuti di Stato, che punta ad aumentare la produzione interna per contenere la concorrenza commerciale di due grandi competitor internazionali: Usa e Cina. Per farlo si vuole aumentare da un lato la produzione di tecnologie pulite e dall'altro a evitare la dipendenza dalle materie prime strategiche, principalmente quelle cinesi. Per quanto riguarda le politiche sociali, in dirittura di arrivo la direttiva sui tirocini di qualità, che vieta quelli gratuiti. Il testo (che non piace all'Italia) dovrebbe avere il via libera definitivo entro la legislatura.

Diritti delle donne

Dopo aver approvato la nuova legislazione sulla trasparenza delle retribuzioni, un passo ritenuto importante verso il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro, l'accordo sulla direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione, e la ratifica e adesione dell'Ue alla Convenzione di Istanbul, c'è un altro provvedimento che riguarda i diritti delle donne che potrebbe essere approvato definitivamente prima della fine della legislatura. Si tratta della direttiva sulla lotta alla violenza di genere e a quella domestica, con i deputati che stanno lottando con i governi per inserire la classificazione di tutti i rapporti sessuali non consensuali come stupro nella legge di ogni Stato membro.

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