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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Alta tensione / Tunisia

Il memorandum sui migranti con la Tunisia rischia di saltare

Il Paese ha vietato all'ultimo secondo l'ingresso a una delegazione di eurodeputati scatenando le ire dell'Aula. I socialisti: "Bisogna immediatamente sospendere l'accordo, valuteremo la sua legalità"

La Tunisia ha vietato l'ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati, annullando all'ultimo secondo i permessi accordati e creando delle frizioni che potrebbero compromettere l'attuazione del Memorandum sui migranti. La delegazione di cinque eurodeputati della commissione Affari esteri (Afet), di cui tre francesi e due tedeschi, avrebbe dovuto recarsi a Tunisi oggi per "sostenere un dialogo nazionale inclusivo dopo le ultime elezioni e valutare il memorandum d'intesa Ue-Tunisia" firmato a luglio alla presenza anche del premier italiano, Giorgia Meloni, che punta molto su questo accordo per contribuire a fermare i flussi irregolari.

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I deputati avrebbero dovuto incontrare le organizzazioni della società civile, i sindacati, i leader dell'opposizione e i rappresentanti delle fondazioni politiche. Ma in una lettera inviata ai deputati, e che Europa Today ha potuto consultare, il ministero degli Esteri di Tunisi si è limitato ad affermare che "nonostante le numerose riserve al riguardo, la delegazione non sarà autorizzata a entrare nel territorio nazionale". "Si tratta di una decisione senza precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011", ha lamentato in una nota la delegazione che è composta dai tedeschi Michael Gahler (Ppe) e Dietmar Koster (S&d), e i francesi Salima Yenbou (liberali Renew), Mounir Satouri (Verdi) ed Emmanuel Maurel (La Sinistra).

"Chiederò di sospendere immediatamente l'attuazione del Memorandum", nonché "una valutazione della legalità di tale accordo da parte dei servizi legali del Parlamento", ha tuonato la leader del gruppo dei Socialisti e Democratici, la spagnola Iratxe García. "È ora che il Ppe e il suo leader Manfred Weber riconoscano che questo Memorandum è stato un'idea sbagliata fin dall'inizio, se non addirittura illegale, e smettano di dire che si tratta di un modello da replicare", ha aggiunto García. Per la leader dei socialisti "l'esternalizzazione della gestione della migrazione è un errore politico e dare soldi a un regime autoritario che viola i diritti umani e reprime gli oppositori è contrario ai nostri valori".

"La sinistra smetta di boicottare l'accordo Ue-Tunisia", ha chiesto invece il capodelegazione di Fratelli d'Italia- Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, secondo cui "è di tutta evidenza che, se nel frattempo da parte tunisina viene percepito un clima di ostilità politica crescente", l'impegno delle autorità locali nel contenere le partenze "può risentirne in maniera pesante". Per Fidanza "sabotare politicamente l'accordo significa quindi rendersi complici degli sbarchi e dei trafficanti", e "tacere di fronte al comportamento ipocrita dei governi francese e tedesco che si sono rimangiati gli impegni sui ricollocamenti volontari, significa rendersi complici di chi vuole trasformare l'Italia nel campo profughi d'Europa".

Proprio ieri, nel suo discorso sullo stato dell'Unione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva citato come storia di successo sul fronte dei migranti il "partenariato migratorio" concluso tra la Tunisia di Kais Saied. Lei stessa si era recata a Tunisi per la firma, accompagnata da Meloni e dal premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte. L'intesa, a cui si stava lavorando da mesi, prevede assistenza al commercio e investimenti e si occupa ovviamente di migranti. Bruxelles si è impegnata a investire 900 milioni di euro per un aiuto finanziario a lungo termine, 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere e 150 milioni come sostegno aggiuntivo da destinare "immediatamente" al Paese africano.

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