rotate-mobile
Sabato, 30 Marzo 2024
Il post-elezioni / Germania

Meloni fa litigare i democristiani in Germania (e in Europa)

Dopo l'addio di Merkel, una parte dei moderati tedeschi guarda al modello italiano. E strizza l'occhio all'ultradestra

"Il risultato elettorale in Italia mostra cosa sono disposti a fare gli elettori quando un governo fallisce. Il fallimento del governo Draghi è un fallimento del sistema politico-partitico italiano". Parola di Friedrich Merz, leader della Cdu, una delle due anime del blocco democristiano tedesco, che con queste dichiarazioni ha rotto un lungo silenzio sull'alleanza di centrodestra a Roma, di cui fa parte uno dei suoi alleati in Europa, ossia Forza Italia. A differenza dei socialdemocratici dell'Spd, che si sono espressi pubblicamente a sostegno dei 'cugini' del Pd, i leader moderati tedeschi hanno vissuto con un certo imbarazzo l'abbraccio di Silvio Berlusconi (e di Antonio Tajani) a Giorgia Meloni. E il motivo di tale imbarazzo va cercato nelle divisioni interne tra chi preferisce mantenere una certa distanza con l'ultradestra. E chi invece comincia a guardare con un certo interesse al modello italiano.

A Berlino le lenti di valutazione sono doppie: da un lato si guarda all'effetto che il voto in Italia può avere sugli equilibri in Europa, dove Cdu e gli alleati bavaresi della Csu sono da tempo gli assi portanti del Partito popolare europeo (da cui proviene la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il cui leader è l'altro tedesco Manfred Weber). Finora, il Ppe ha guardato alla sua sinistra, ossia a liberali e socialdemocratici, per saldare le maggioranze a Bruxelles. Ma un potenziale governo a guida Meloni rafforzerà inevitabilmente il peso dei conservatori al tavolo del Consiglio degli Stati membri dell'Ue, lì dove in ultima istanza si decidono le sorti del blocco. Un grafico pubblicato da Euractiv mostra chiaramente come l'Ecr, il partito europeo dei conservatori guidato proprio da Meloni, potrebbe avere adesso 3 posti in Consiglio (Italia, Polonia e Repubblica ceca), a rappresentanza di oltre 100 milioni di cittadini Ue. Più di quanto rappresenti il Ppe con i suoi 7 leader di Stato e di governo. Inoltre, va considerato anche l'esecutivo svedese, dove i conservatori non esprimono il premier ma sono il primo partito della maggioranza, e l'inevitabile spauracchio del leader ungherese Viktor Orban, uscito da poco dal Ppe e ancora in cerca di casa.

Ma l'imbarazzo dei moderati tedeschi riguarda anche le future strategie casalinghe, in particolare i rapporti con l'Afd, l'ultradestra che sta cercando di conquistare consensi anche al centro. Stando agli utlimi sondaggi, Cdu e Csu sono la prima forza del Paese, ma l'Afd è in crescita. La crisi energetica gonfia le vele del populismo, soprattutto nell'Est del Paese, e il leader della Cdu Merz sta cercando di tenere il passo, anche arrivando ad accusare i rifugiati ucraini di approfittarsi del welfare tedesco (argomento molto caro ai filo-russi di Germania e alla base dell'Afd). Merz però si sta tenendo ben lontano, almeno per ora, dall'esprimere giudizi su Meloni. Dietro le quinte democristiane, c'è però chi starebbe aprendo ponti con la leader italiana.

Su tutti, Manfred Weber, presidente dei popolari europei e vice segretario della Csu. A differenza di molti suoi sodali, Weber si è speso pubblicamente, anche partecipando a eventi elettorali, a sostegno di Forza Italia, che del resto è membro attivo del Ppe. "Un partito profondamente europeista", lo ha definito Weber. Il problema è che nei suoi interventi il leader tedesco non ha preso chiaramente le distanze dal resto della coalizione. E secondo alcuni retroscena, Weber avrebbe sfruttato i suoi viaggi in Italia per parlare direttamente con Meloni. 

Le sue mosse non sono piaciute al suo capo nella Csu, Markus Soeder: lo spostamento a destra in Italia "non va bene per l'Europa", ha commentato a caldo. "Abbiamo sempre chiarito che stiamo costruendo un argine per i gruppi neofascisti di destra", ha aggiunto parlando con i giornalisti. Soeder sa bene che lisciare il pelo ai sovranisti è rischioso: nel 2018 impostò la sua campagna per le regionali in Baviera cercando di fare proprie alcune posizioni dell'Afd, un po' come sembra stia facendo Merz su scala nazionale. Ma il risultato fu che la Csu perse un'enorme mole di consensi a favore proprio dell'ultradestra. Una lezione che diversi esponenti moderati non hanno dimenticato, a partire dallo stesso Soeder.

Che l'Italia sia mettendo a nudo le divisioni tra i democristiani tedeschi lo dimostrano anche le parole di Elmar Brok, esponente della Cdu e per anni consigliere stretto di Merkel sulla politica estera, che si è detto "molto preoccupato" per l'esito delle elezioni italiane. Mentre il deputato della Csu Florian Hahn ha puntato il sito non solo su Meloni e Salvini, ma anche su Berlusconi, definendolo una "persona tossica". Weber ha rassicurato i suoi che la strada che sta seguendo porta a personalità più 'moderate', ossia all'ex presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani. E che Forza Italia rappresenta un'ancora borghese che potrebbe impedire agli alleati di estrema destra di spostare Roma fino in fondo a destra. E con Roma, anche l'Europa. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Meloni fa litigare i democristiani in Germania (e in Europa)

Today è in caricamento