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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Guerra e informazione

I media russi che non saranno più visibili nell'Ue

Borrell: "Sono un rischio per la sicurezza". Sputnik: "La democratica Europa ci censura"

A partire da oggi, i due media russi più conosciuti all'estero, la tv statale RT (Russia Today) e il quotidiano online Sputnik (entrambi multilingue) saranno banditi da "tutti i mezzi di trasmissione e distribuzione, come via cavo, satellite, IPTV, piattaforme, siti web e app". Lo comunica la Commissione europea, che in seguito a un accordo con gli Stati membri, ha adottato questa misura all'interno del pacchetto di sanzioni varate in risposta all'invasione in Ucraina dell'esercito di Vladimir Putin.

Per Bruxelles, RT e Sputnik sono "beni di disinformazione e di manipolazione delle informazioni del Cremlino", e rappresentano degli strumenti "essenziali e determinanti per portare avanti e sostenere l'aggressione della Russia contro l'Ucraina. Ciò costituisce una minaccia significativa e diretta per l'ordine pubblico e la sicurezza dell'Ue". Entrambi i media "fanno parte di uno sforzo coordinato di manipolazione delle informazioni, inclusa la disinformazione, come documentato dal 2015 dalla task force East StratCom del servizio europeo per l'azione esterna". Ecco perché, sostiene la Commissione Ue, "è necessario e coerente con i diritti e le libertà fondamentali introdurre ulteriori misure restrittive e sospendere le attività di trasmissione di Russia Today e Sputnik in o dirette verso l'Ue". Secondo l'alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, "la manipolazione sistematica delle informazioni e la disinformazione da parte del Cremlino vengono applicate come strumento operativo nel suo assalto all'Ucraina. È anche una minaccia significativa e diretta per l'ordine pubblico e la sicurezza dell'Unione".

Si tratta, quest'ultimo, di un passaggio fondamentale, perché come ammesso dagli stessi funzionari Ue, "spegnere" dei mezzi di informazione non è facile né da un punto di vista legale (tanto più se il pluralismo dei media è tra le basi dei valori dell'Unione e dei suoi Paesi), né sotto il profilo tecnico. “In questo tempo di guerra, le parole contano - ha detto la presidente della Commissione Ue - Stiamo assistendo a una massiccia propaganda e disinformazione su questo oltraggioso attacco a un Paese libero e indipendente. Non lasceremo che gli apologeti del Cremlino versino le loro bugie tossiche che giustificano la guerra di Putin o gettino i semi della divisione nella nostra Unione".

Parole a cui ha risposto un editoriale di Sputnik Italia, il quotidiano russo in lingua italiana, che ha parlato di "censura". Secondo Tatiana Santi, giornalista del sito, "la democratica Unione europea censura i media russi Sputnik e RT, privando di fatto i lettori europei, italiani compresi, della possibilità di avere un altro punto di vista sui fatti. Si tratta di una vera e propria censura, che va a colpire la libertà d’espressione e il diritto all’informazione dei semplici cittadini.
In tempo di guerra non è ammesso avere accesso a punti di vista alternativi, questo è il volere dell’Unione europea", qiando "proprio in tempo di guerra però sarebbe saggio e importante per i lettori avere la possibilità di consultare più fonti e informazioni possibili". Per Santi, "quello che si respira in Europa e in Italia oggi è un vero clima d’odio nei confronti dei semplici cittadini russi", citando alcuni casi come quello del direttore d’orchestra Gergiev, che "è stato allontanato dal Teatro alla Scala per non avere preso le distanze dal governo russo". 

Ma a prendere le distanze dalla decisione Ue ci sono anche esponenti del mondo dell'informazione che non sono certo ascrivibili a interessi filorussi. Per il segretario generale di Reporter senza frontiere, Christophe Deloire, questa decisione politica potrebbe rivoltarsi contro l'Europa: "La domanda è: come promuoviamo l'affidabilità delle informazioni per evitare la propaganda? Questo principio è legittimo, ma deve avere una base giuridica. Ciò eviterebbe inoltre che le decisioni siano qualificate come arbitrarie o discrezionali", avverte.

La Commissione europea, dal canto suo, ricorda come la "repressione senza precedenti sui media indipendenti in Russia" avvenuta l'anno passato. "Le autorità russe hanno utilizzato una legislazione draconiana – in particolare la legge sugli 'agenti stranieri' – per mettere a tacere i media indipendenti e i singoli giornalisti considerati critici nei confronti del governo. I giornalisti russi sono stati minacciati, perseguiti e costretti a fuggire dal Paese semplicemente per aver svolto il loro lavoro. Questo è inaccettabile". 

Come dicevamo, spegnere RT e Sputnik richiede anche delle misure tecniche non semplici. "Tutte le licenze, le autorizzazioni e gli accordi di distribuzione pertinenti sono sospesi", ha spiegato Bruxelles. Ma dovranno essere le singole autorità nazionali ad attuare la sanzione. Per il momento, i siti Ue di Sputnik e RT sono regolarmente funzionanti. 

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