rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Il dramma / Polonia

I media rivelano la sua identità: 15enne vittima di pedofilia si suicida

Sotto accusa la tv di Stato e il governo: il ragazzino era figlio di una deputata dell'opposizione e la fuga di notizie sarebbe stata una vendetta politica da parte della destra al potere

Quando tv e radio controllati dal governo hanno reso noti i dettagli che portavano dritto al suo dramma e alla sua identità, fino a quel momento tenuta al riparo dal tritacarne mediatico, non avrebbe più retto al dolore e si è tolto la vita. Così è morto Mikołaj Filiks, 15 anni, giovane polacco vittima di un pedofilo. Sotto accusa sono finiti Tvp e Radio Szczecin, due media di Stato, ma anche l'esecutivo guidato dal partito di destra Pis. Secondo l'opposizione, dietro il dramma ci sarebbe stato il tentativo politico di colpire l'opposizione: il pedofilo arrestato è un iscritto di Piattaforma civica, la coalizione di centrosinistra di cui fa parte anche la madre della vittima, la deputata Magdalena Filiks.

Una vicenda politica

Gli abusi risalgono al 2020 e l'uomo era stato condannato nel 2021, ma la vicenda era rimasta lontana dai riflettori finché a fine 2022 dei giornalisti vicini al governo e diversi politici del Pis, tra cui il ministro dell'Istruzione Przemysław Czarnek, hanno cominciato a far emergere il caso, rivelando a poco a poco dettagli che potevano essere noti solo alla procura. Le rivelazioni giornalistiche si sono trasformate in una vera e propria campagna su media e social, con politici e commentatori di destra che hanno fatto intendere che la vicenda era stata insabbiata per proteggere non le vittime (tra cui anche un'altra figlia della deputata Filiks), ma il pedofilo, Krzysztof F., esponente di Piattaforma civica, funzionario presso il Comune di Stettino e attivista Lgbtq. Per il Pis, che fa della battaglia contro i diritti Lgbtq e le cosiddette teorie gender una bandiera politica, l'occasione è stata ghiotta. 

"Le stesse persone che gridano così forte alla lotta contro la pedofilia nascondono che ci sono pedofili nelle loro fila", aveva detto il ministro Czarnek intervistato da Tvp, aggiungendo che era un "danno per la società" il fatto che il caso non fosse stato denunciato pubblicamente. In realtà, come hanno spiegato diversi esperti giuridici polacchi, il processo era stato tenuto lontano dai riflettori per proteggere i due ragazzini vittime del pedofilo. Sebbene la radio che ha rivelato per prima il caso, Radio Szczecin, controllata dal governo, si sia limitata a riferire l'età delle vittime e il fatto che fossero figli di una deputata dell'opposizione, senza renderne noto il nome, i successivi post del ministro e l'eco pubblica che ha avuto la vicenda hanno facilmente portato a identificare Magdalena Filiks e i ragazzini. Il più piccolo dei quali, Mikołaj, si è tolto la vita il 17 febbraio, ossia dopo settimane di martellamento mediatico e tre anni dopo gli abusi.

La commistione tra giudici, media e governo

Altro elemento grave di questo caso è stata la fuga di notizie: secondo l'opposizione, Radio Szczecin e il ministro Czarnek avrebbero avuto accesso a informazioni che solo la procura poteva fornire, tra l'altro violando la legge. "In questa vicenda, nessuno ha accettato di pubblicare dati che consentissero l'identificazione delle vittime. L'articolo 18 della legge sulla radiodiffusione stabilisce che le informazioni che consentono l'identificazione delle vittime di reato non possono essere trasmesse", ha spiegato la giudice Olimpia Małuszek. Come mai, dunque, le informazioni sono trapelate? Per Piattaforma civica, il motivo è la commistione tra potere politico, media di Stato e giudici. Il governo polacco è da tempo impegnato in un braccio di ferro con l'Unione europea per le sue leggi sulla giustizia. La Commissione accusa Varsavia di non rispettare l'indipendenza dei giudici, controllandone le nomine e le carriere. "La procura di Stettino è un'unità di fiducia del ministro (della Giustizia, ndr) Zbigniew Ziobro, a cui invia casi importanti dal punto di vista dell'interesse del partito. Tomasz Duklanowski (il giornalista radiofonico che per primo ha fatto emergere la vicenda) è un dipendente dei media filogovernativi del Pis ed è stato insignito dell'Ordine di Polonia restituta (massima onoreficenza di Stato, ndr) dal (presidente della Repubblica) Andrzej Duda",  dice ancora Olimpia Małuszek.

Donald Tusk, leader di Piattaforma civica, ha espresso rabbia per la morte di Mikołaj: “Faremo in modo che il Pis sia chiamato a rispondere di ogni malvagità, di tutti i danni umani e le tragedie che ha causato da quando è al potere”. La collega di partito Magdalena Filiks non si è ancora pronunciata sulla vicenda. Su Twitter ha dato solo l'annuncio della morte del figlio e la data dei funerali: "A nome mio e delle mie figlie, Aleksandra e Maja, chiedo ai 'media' di rispettare la privacy della mia famiglia e di non venire", ha aggiunto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I media rivelano la sua identità: 15enne vittima di pedofilia si suicida

Today è in caricamento